Anticorruzione: per il governo non c’è fretta

corruzione1.jpg L’Associazione nazionale magistrati chiede più determinazione nel combattere la corruzione e Renzi la zittisce. Sembra di essere tornati all’Italia di qualche anno fa, quando al governo c’era Silvio Berlusconi e gli attacchi alla magistratura e le leggi ad personam per difendere ladri e corrotti erano all’ordine del giorno.
E in effetti anche in questo governo Berlusconi c’entra eccome, perché anche se non è a Palazzo Chigi, è comunque determinante in quel patto del Nazareno che puntella e sostiene il governo Renzi. Un governo che di legge anti corruzione non vuol sentir parlare. Renzi infatti va in tv da Fazio a dire “alla corruzione si risponde con nuove leggi”, ma poi nei fatti non fa nulla.
All’indomani dello scandalo Mafia Capitale il governo ha varato infatti un disegno di legge, sapendo benissimo che rimarrà impantanato nelle sabbie mobili delle commissioni. Renzi poteva agire d’urgenza con un decreto, ma non lo ha fatto.
Che il suo disegno di legge serve poco a niente lo ha ammesso pure il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, che ha detto chiaramente che le norme proposte dal M5S sarebbero più efficaci. Ma il governo e la maggioranza queste leggi non le vogliono votare. Un pacchetto anticorruzione, che contiene anche le nostre proposte, è in Parlamento da 9 mesi e se la maggioranza avesse voluto trasformarlo in legge bastava portarlo in Aula e approvarlo.
Il 22 aprile 2014 il M5S chiese di calendarizzare urgentemente in Senato la legge anticorruzione comprensiva anche della reintroduzione del reato di falso in bilancio, dell’inasprimento delle pene per la corruzione e per la concussione, e la sospensione dei termini di prescrizione.
Il 13 maggio scorso, il Senato proprio su proposta del M5S votó la discussione urgente di questo pacchetto. Il 27 maggio, il Presidente Grasso dichiaró in Aula che l’esame sarebbe iniziato il 10 giugno. Invece così non è stato.
Nell’ultima capigruppo al Senato il M5S è tornato a chiedere la calendarizzazione urgente di queste proposte, ma il governo ha preferito incardinare in Aula – all’alba di sabato mattina – la legge elettorale. Dimostrando che questa è più urgente di tutto il resto.
La corruzione, intanto, ci costa 13mld l’anno, lo 0,8% del Pil. Ma evidentemente a Renzi va bene così.