I finti aiuti del governo alle aziende e alle famiglie italiane
Alle chiacchiere del governo Renzi siamo abituati. Tra le più clamorose ci sono quelle sul presunto taglio delle tasse e sugli aiuti in arrivo per le aziende e le famiglie italiane. Vediamo se è davvero così.
C’era una volta la legge 407/90 che prevedeva la decontribuzione sia assistenziale che previdenziale, senza alcun tetto e per il 100%, per le imprese del sud e tutte le imprese artigiane su tutto il territorio nazionale e per il 50% per le altre imprese. C’era, perchè oggi non c’è più, cancellata dal governo Renzi, che l’ha sostituita con una nuova disciplina valida solo per il 2015 e che non prevede alleggerimento per i contributi Inail. In sostanza, nulla di più di uno spot elettorale.
Il M5S aveva proposto di rinforzare questa legge strutturale, fondamentale per le nostre imprese, impiegando i fondi europei rimasti inutilizzati per incapacità amministrative, così da allargare la decontribuzione al 100% a tutto il Paese, professionisti compresi.
Il governo, invece, è andato a saccheggiare proprio il fondo di coesione di sviluppo riferito alla programmazione dei fondi europei 2007/2013, togliendo al Mezzogiorno un miliardo l’anno sino al 2017 e 500 milioni per il 2018.
Passiamo alle piccole partite IVA: la tassazione viene triplicata dal 5 al 15% e viene inserita un’evidente incompatibilità della percentuale forfetaria sui ricavi a cui si lega il reddito nel nuovo regime.
Passiamo poi all’IRAP: si ripristinano, per il 2014, le aliquote Irap antecedenti al decreto 66 con cui le si tagliava del 10%. ll M5S ha chiesto più attenzione nei riguardi delle piccole imprese che sarebbero rimaste sostanzialmente fuori dal vantaggio dell’esclusione della componente lavoro dal calcolo Irap visto che nei loro bilanci il peso ingente è caratterizzato dall’utile (sempre presente in quanto soggette agli studi settore) e dal peso degli oneri finanziari anch’essi sempre presenti in quanto le nostre piccole imprese si indebitano per pagare Irpef, IMU, Tasi, Tari.
Stesso giochino anche sulle tasse sulla casa: Renzi dice di aver bloccato le aliquote TASI per il 2015, peccato però che allo stesso tempo in bilancio non ci siano più le coperture per le detrazioni alle famiglie meno abbienti che sino all’anno scorso hanno avuto almeno 625 milioni. Per loro, quindi, la Tasi sarà più cara rispetto all’anno scorso!
Veniamo, infine, ai Comuni: al governo piace sbandierare il piano investimenti Junker per 315 miliardi (ma sa benissimo che ne sono disponibili solo 21, tra cui oltre tre raccattati dal piano ricerca Horizon 2020), sostiene che l’unica via d’uscita siano gli investimenti ma consente ai Comuni, per recuperare il drastico taglio delle risorse, di tagliare proprio gli investimenti e non gli sprechi. A spese, inutile dirlo, dei cittadini.
La verità, nascosta dal governo, è che è impossibile rispettare le regole europee che ci stanno via via tagliando le gambe, come ha riconosciuto anche la stessa Corte dei Conti che le ha definite “non percorribili”. Invece delle chiacchiere, serve onestà e serve ammettere che abbiamo bisogno di tempo e che per risollevarci abbiamo una sola via d’uscita: ridarci competitività, riducendo le tasse in maniera significativa e non per finta. Soltanto in questo modo agli imprenditori rimarrebbero le risorse per fare investimenti, creare nuove opportunità di lavoro e far ripartire i consumi.
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