Il favoreggiamento politico di Renzi per i grandi evasori
Matteo Renzi ha ammesso che la manina che la notte del 24 dicembre ha scritto l’art. 19 bis al testo del decreto di attuazione della delega fiscale, ovvero quella norma che consente di evadere e frodare il fisco sino al 3% del fatturato dichiarato, è stata la sua. Proprio cosi.
Il Presidente del Consiglio ha scritto una norma che in sostanza comporta enormi vantaggi per i grandi evasori del nostro Paese, ovvero: i) poter evadere tranquillamente tasse e imposte sino al 3% del proprio fatturato dichiarato; ii) non vedersi macchiare la propria fedina penale, poichè nessun reato verrebbe ad esistere se l’evasione o la frode non oltrepassassero tale soglia; iii) consentire agli evasori di ripulirsi per i reati precedentemente commessi. Insomma, un vero e proprio invito ad evadere oltre che un vero e proprio, (l’ennesimo) condono.
Perchè tanta grazia da parte di Renzi per gli evasori, mentre dall’altra fa il duro con i lavoratori? Come è possibile che aiuti così palesemente, e senza alcun scrupolo, gli evasori mentre dall’altra riduce costantemente le risorse alle forze dell’ordine? Come sia possibile che legittima l’evasione in Italia, mentre in Germania e Stati Uniti evadere qualsiasi imposta è considerato un crimine? Come è possibile che quella stessa sinistra che per anni ha cercato di combattere il nemico di sempre (Berlusconi), oggi sia totalmente ostaggio e succube di tale uomo e priva di qualsiasi riguardo per l’eguaglianza e la giustizia sociale?
Si legittimano e si favoreggiano politicamente, dunque, grandi frodi e grandi evasioni. Più sei ricco e più evadi. Più evadi e più vale la pena evadere. Incredibile. Controcorrente. Semplicemente meschino.
La norma avvantaggia i più ricchi ed i grandi gruppi economici, non certo l’ortofrutticolo o l’ambulante. Eni potrebbe evadere sino a 419.000.00 di euro, Unipol (assicurazione da sempre vicina al PD) 42.000.000 milioni di euro, Mediolanum (dell’amico e socio Berlusconi) 16.300.000 milioni di euro e così via.
La possibilità di accumulare ricchezza tramite l’evasione e costituire fondi neri per finanziare illecitamente i partiti politici ha ormai una strada spianata e ben tracciata. Ma non solo. C’è purtroppo anche il condono. Ed è questo che molti si aspettano dalla dolce manina di Renzi: la possibilità di non scontare più pene per reati commessi negli anni precedenti.
Da Silvio Berlusconi, che tornerebbe ricandidabile alle prossime elezioni politiche, a Sergio Scarpellini (evasore di IVA e gestore di molti enti pubblici tenuti intatti proprio da Renzi), dalla famiglia Angelucci ad Alessandro Profumo (ex amministratore delegato di Unicredit), da Corrado Passera (di Banca Intesa) a Emilio Riva (patron dell’ILVA), da Nicola Ciniero (di IBM Italia) a Bruno Spagnolini (di Augusta), sino a Pier Francesco Guargaglini (di Finmeccanica), e così via per una lunga ed infinita lista.
Con questa norma, sarebbero 16 i miliardi di euro che verrebbero (dolosamente) sottratti alle casse dello Stato, dunque ai cittadini (che devono invece solo e sempre pagare tasse, imposte, mutui, imu, tasi, tari, iva, scuola, gas, pellet, ecc. ecc.).
Senza considerare quelli persi per la mancanza di norme sull’anticorruzione, altri 60 miliardi di euro l’anno. Molti processi in corso verrebbero dichiarati decaduti, nonostante i costi rimarrebbero a carico esclusivo dello Stato. Molti evasori d’un colpo diverrebbero nuovamente limpidi come il sole, pronti ad apparire martiri di una giustizia che in Italia non funziona (o meglio, non la si vuole fare funzionare). Il paradosso che diventa realtà, il futuro che diventa solo passato grazie all’inganno renziano.
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