Il semestre in bianco di Matteo Renzi

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Più che un semestre europeo è stato un semestre in bianco. Altro che opportunità per la crescita, dopo sei mesi di Presidenza di turno l’Italia si ritrova sull’orlo del baratro e un Matteo Renzi che non riesce nemmeno ad innovare le sue fesserie. Ha finito il carburante. È spento. Si ripete continuamente. Oggi a Strasburgo è tornato a dire che l’Europa deve cambiare o sarà fanalino di coda del mondo. L’acqua calda, parole in disordine. Cambiare come?

Noi un’idea ce l’abbiamo: via il Fiscal Compact, via la regola del 3%, via le doppie sedi Ue e spalmiamo il debito, emettiamo gli eurobond.

La realtà è che dopo sei mesi di Presidenza il nostro Paese è sempre più vicino al baratro economico. Avremmo potuto cogliere questi sei mesi per imporre finalmente a Bruxelles la nostra sovranità nazionale, invece il Renzi-Telemaco ci ha fatto scoprire un fondo che mai avremmo creduto di raggiungere. Altro che investimenti e flessibilità, i risultati drammatici sono sotto gli occhi di tutti:

  • Nuovo record di disoccupazione; mai nella storia, partendo dall’Unità d’Italia, la penisola aveva registrato un tasso di disoccupazione così alto: il 13,2%, 3 milioni e 410 mila persone oggi sono senza un lavoro. La disoccupazione giovanile è invece al 44,2%, cioè è un giovane su due a non lavorare.
  • Per non parlare delle imprese, dall’inizio della legislatura ne sono fallite in media 63 ogni giorno, insomma più di due ogni ora hanno chiuso i battenti. Tra il 2013 e il 2014 quasi 200 tra imprenditori e lavoratori si sono tolti la vita.
  • In questi sei mesi siamo stati anche declassati, nuovamente, da Standard & Poor’s. Il nostro debito è stato denominato come BBB, significa che manca pochissimo, un passo, per essere considerati un Paese le cui emissioni di titoli sono “spazzatura”. E mentre il governo continua a dirci che siamo sulla via della ripresa, oggi sottoscrivere il nostro debito è considerato meno sicuro che acquistare titoli di Paesi come la Colombia o il Messico.
  • Poi scandalo Expo, scandalo Mafia Capitale. Tangenti, criminalità organizzata, appalti pilotati, politici di destra e di sinistra.
  • Infine l’emergenza immigrazione: il fiasco di Triton (solo tre giorni fa a Corigliano ne sono sbarcati altri 500, segno che i flussi continuano ininterrottamente).
Oggi, però, qualcosa sta cambiando. C’è un movimento che punta dritto alla sovranità monetaria, che punta a rinegoziare il debito pubblico, agli eurobond, all’abolizione del Fiscal Compact. Oggi l’alternativa c’è, ed è riuscita a far entrare in Parlamento oltre cento portavoce. Tra loro ci sono ricercatori, piccoli imprenditori, medici, ingegneri, operai. C’è l’Italia più grande, quella che avevamo dimenticato e che oggi abbiamo riscoperto, la sola in grado di cambiare davvero il corso della storia del nostro Paese. Sì, quell’alternativa c’è, si chiama Movimento 5 Stelle.