Il Governo annuncia l’estinzione delle Banche Popolari
Il Governo Renzi, dopo aver scritto con una manina l’art. 19 bis al decreto delega fiscale che favoreggia i grandi evasori e riabilita politicamente Berlusconi, e dopo aver mantenuto con l’altra manina inalterate le soglie al di sotto delle quali si può falsificare un bilancio societario senza essere penalmente puniti, adesso mette entrambe le mani sulle Banche Popolari presenti nel nostro Paese.
Nella giornata di ieri, infatti, Renzi ha annunciato che entro 18 mesi le Banche Popolari che hanno un attivo superiore agli 8 miliardi di euro, dovranno necessariamente trasformarsi in Spa, nell’ambito del decreto denominato Investment Compact. Cosa determina questa ulteriore scelta politica.
Per comprendere meglio i possibili scenari negativi per piccole imprese, famiglie e lavoratori, è necessario spiegare brevemente come sono strutturate ad oggi le Banche Popolari.
A differenza dei grandi colossi bancari, controllati da pochi soggetti che detengono quote maggioritarie e ampio potere decisionale, le popolari, che sono costituite in cooperative, hanno un limite di possesso delle proprie partecipazioni. Ogni socio non può detenere più dell’1% del capitale sociale, salvo che lo statuto della Banca non preveda limiti più bassi. Hanno come principale scopo quello della mutualità e dell’assistenza.
La maggioranza (almeno relativa) delle proprie quote o azioni è detenuta dagli stessi clienti dell’istituto che in cambio hanno la garanzia di ricevere una porzione consistente dei servizi. Ogni socio poi ha diritto a un voto in Assemblea, indipendentemente dal valore della propria quota di capitale sociale.
Dunque, ad ogni testa corrisponde un voto. Non sono, pertanto, scalabili da parte di pochi soggetti e la nomina di ogni Amministratore avviene con un ampio consenso tra tutti gli azionisti e detentori di quote. Mentre nelle società per azioni i voti sono attribuiti in proporzione al numero di azioni possedute da ogni socio. Più hai capitale e più puoi comprare azioni. Più compri azioni e più decidi. Più hai potere di decidere e più hai controllo di gestione e amministrazione della Banca.
Insomma, assisteremo ad una svendita delle nostre Banche Popolari in favore di grandi gruppi internazionali che una volta acquisite le stesse inizieranno a stabilire unilateralmente politiche speculative, decideranno come, quando e a quali condizioni concedere eventualmente prestiti, decideranno come investire i propri capitali e i nostri risparmi. E avranno un unico chiaro obbiettivo: quello di lucrare e speculare quanto più possibile in una giostra con pochi controlli.
Chi verrà danneggiato da tale operazione saranno come al solito le famiglie, i cittadini e le piccole medie imprese, i quali dovranno sottostare e piegarsi alle logiche delle grandi lobby bancarie e finanziarie. Accedere al credito sarà sempre più difficoltoso e oneroso. Maggiore poi sarà il rischio di perdere, in derivati vari, i propri risparmi.
Il Governo, ancora una volta, anzichè rendere le banche più accessibili per i cittadini, più efficaci per il tessuto produttivo nazionale e volte all’interesse pubblico, rende gli istituti di credito sempre più privati e maggiormente speculativi.
Il tutto senza alcun vero controllo e vigilanza, considerato il ruolo sempre più residuale della Banca d’Italia che, lo ricordiamo, è detenuta da altre banche private. Le stesse che magari controlleranno le Popolari.