L’evasione e la frode fiscale negli altri Paesi

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Alcuni giorni fa la Boschi, intervenendo sulla Rai, televisione pubblica finanziata dai cittadini, ha dichiarato che in Francia la soglia di non punibilità per evasione e frode fiscale è al 10%. Tutto ciò per giustificare, attraverso slogan e disinformazione, l’introduzione della soglia del 3% che salverebbe, oltre che Berlusconi, tutti i più grandi evasori del nostro Paese. Ricorderete l’art. 19 bis del decreto attuativo sulla delega fiscale scritto da Renzi il 24 dicembre, vero?.
Una breve premessa. La Corte dei Conti nella sua Relazione Ufficiale del 2012 ( cfr: punto 2.6) ha indicato che, se l’evasione italiana dal 1970 fosse stata pari al livello statunitense, il debito pubblico sarebbe stato, dopo venti anni, molto più basso (76% del Pil invece di 108%) e l’aggiustamento fiscale necessario per riequilibrare la finanza pubblica molto meno impegnativo. In sostanza l’evasione in Italia è talmente alta che ha aumentato in nostro debito pubblico del 32%. Proprio così. Originando interessi su interessi, ormai insostenibili, che hanno ridotto l’Italia ad un paese di solo tasse, imposte e tagli per molti e di enormi ricchezze per pochi. Il tema dell’evasione e della frode fiscale merita, dunque, davvero particolare attenzione e opportuni provvedimenti legislativi da parte del Governo. Misure deterrenti che possano davvero incidere sul cambiamento della vasta cultura all’evasione che caratterizza il nostro Paese. Prevedere, infatti, alte soglie di non punibilità (il 3%), all’interno delle quali è consentito evadere, è come legittimare in ogni caso l’azione delittuosa ed accettarne le ferite. Serve davvero una svolta. Bisogna allineare il nostro Paese alle misure già esistenti nelle altre nazioni. Consentire il rimedio agli errori contabili va benissimo, ma giustificare l’intenzione ad evadere (seppur entro una determinata soglia) proprio no.
In Francia si viene penalmente puniti non solo quando il maggior reddito accertato ecceda il 10% del reddito imponibile, ma anche qualora un soggetto sottrae al fisco una somma pari a Euro 153 con pene che prevedono il carcere fino a 5 anni e multe fino a 500 mila euro e nei casi più gravi con pene che possono arrivare a 2 milioni di euro e il carcere fino a 7 anni.
In Germania si viene penalmente puniti qualora un soggetto evade e, dunque, sottrae al fisco anche un solo euro. Qui il contribuente che manifesta la solo intenzione di sottrarsi agli obblighi fiscali origina una condotta punibile, senza alcuna distinzione tra dichiarazione infedele o dichiarazione omessa. Sono previste sanzioni pecuniarie e il carcere da 1 a 5 anni, che può arrivare ai 10 anni nei casi più gravi, ovvero qualora le imposte evase siano superiori a 50 mila o a 100 mila dollari.
In Spagna si viene penalmente puniti qualora l’evasione supera la soglia dei 120 mila euro con reclusione da uno a 5 anni e sanzione fino a 6 volte la somma evasa. Inoltre l’evasore perde il diritto a ottenere crediti o aiuti statali o a usufruire di incentivi fiscali o contributivi per un periodo tra i 3 e i 6 anni.
Negli Stati Uniti si viene penalmente puniti qualora l’evasione sia superiore ai 10 mila dollari con pene aventi ad oggetto sanzioni amministrative e carcere.
Nel Regno Unito si viene penalmente puniti anche qualora ci sia l’emissione di documenti fittizi volti a tenere nascosta l’evasione. La sanzione può arrivare al 100% del tributo evaso e qualora venga accertato dal Giudice un operazione fraudolenta, il soggetto può essere punito con la reclusione fino a 7 anni.
Basterebbe, dunque, introdurre in Italia una delle suddette ipotesi e avremmo addirittura meno debito pubblico, meno tasse e meno imposte da pagare e sicuramente più servizi a nostra disposizione.
Dopo aver adottato il Jobs Act dalla Germania, il Governo potrebbe riprodurre in Italia anche la legge tedesca sull’evasione e la frode fiscale. Aspettiamo il 20 febbraio e vedremo cosa accadrà.