Tav: quella finta galleria con cui si avviano i lavori

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La società LTF (Lyon Turin Ferroviare) ha iniziato i lavori per la realizzazione di una nuova galleria esplorativa di 9 km scavata tra due discenderie francesi. Ltf la spaccia per una semplice galleria di studio, una delle tante previste nel programma di prima fase, ma in realtà con questa decisione si dà di fatto il via libera ai lavori per la costruzione del tunnel di base del Tav (Nuova Linea Torino – Lione), aggirando tempi e limiti che erano stati fissati nei precedenti accordi tra Italia e Francia. In sostanza siamo davanti al tunnel definitivo della Torino-Lione mascherato da ‘semplice galleria di ricongiungimento’.
Per questo il Movimento 5 Stelle, su iniziativa del senatore Marco Scibona, ha già presentato tre esposti alla Procura presso la Corte dei Corti, firmati da ben 24 parlamentari pentastellati, per sapere se, oltre agli estremi di violazione di legge, ci siano anche danni erariali per lo Stato italiano e uso improprio di fondi pubblici (qui il testo degli esposti: Torino-Lione, EspostoM5S- 4Mar15.pdf)
Innanzitutto siamo davanti a una chiara violazione delle norme sulla decisione di inizio del Tav. Nel 2012, infatti, Italia e Francia stabilirono che per l’avvio dei lavori definitivi della parte comune italo-francese (cioè il tunnel di 57 km), occorre l’approvazione di un protocollo addizionale separato. Ma ad oggi, questo nuovo accordo semplicemente non esiste. Non solo: il soggetto deputato alla realizzazione dell’opera definitiva non è LTF, ma il Promotore Pubblico (TELT).
Non meno grave è l’aspetto economico in ballo: la società privata LTF, infatti, è partecipata per il 50% da Rete Ferroviaria Italiana, dunque i costi dei lavori eseguiti nella prima fase sono suddivisi tra Italia e Francia. Questo significa che ci ritroveremo a pagare un lavoro conoscitivo assolutamente inutile: questa galleria geognostica, infatti, è solo uno sperpero di denaro pubblico.