L’inganno europeo sulle regole dei bilanci delle società: tangenti e fondi neri saranno consentiti

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In Commissione Finanza al Senato è stato discusso ed approvato dalla Maggioranza il parere al Decreto legislativo n. 171 del Governo che recepisce una direttiva europea sui bilanci consolidati delle società di capitali (anche di natura pubblica) e sulla trasparenza dei pagamenti effettuati in favore di Governi stranieri e di altri soggetti (enti governativi, agenzie, ecc) ove le società operano in regime di concessioni o a fronte di licenze ottenute.
In sostanza l’Europa impone ai Paesi membri di disciplinare la redazione dei bilanci delle grandi società (con fatturati di milioni e milioni di euro per intenderci..) operanti nel settore estrattivo o in quello dello sfruttamento delle aree forestali. Secondo le buone intenzioni del decreto le grandi società sarebbero tenute a redigere una Relazione da inserire nei propri bilanci annuali dove risultino tutti i pagamenti effettuati in favore di Governi esteri a fronte delle concessioni o di licenze ricevute. Ad esempio: l’Eni che paga il Governo libico per le operazioni di estrazioni dovrà inserire nella relazione consolidata l’indicazione dell’importo corrisposto ed i progetto per il quale è avvenuto il pagamento.
Purtroppo però il decreto prevede diversi esoneri ed esenzioni che legittimano le grandi società a non indicare alcun pagamento, con la conseguenza di avere strada spianata verso corruzione, finanziamenti illeciti, tangenti, ecc. Ed infatti, secondo l’art. 3 comma 2) del decreto, non vi è l’obbligo di inserire nella relazione i pagamenti che siano inferiori a Euro 100.000 e secondo l’art. 4 comma 3, lettere b) e c) le società madri possono, in determinati casi, escludere di indicare dalla relazione consolidata del proprio bilancio tutti quei pagamenti effettuati – verso Governi o enti esteri – direttamente dalle società figlie, ovvero dalle cosiddette società controllate. Dunque è sufficiente che una grande società faccia più pagamenti di importo inferiore a 100 mila euro in favore di diversi soggetti governativi o faccia eseguire direttamente i pagamenti dalle società da essa controllate (e costituite magari appositamente come società di scopo), per evitare ed eludere facilmente l’obbligo di indicare tali operazioni nella relazione consolidata annuale.
Questo comporta che possono essere trasferiti da società lobbistiche ingenti somme di denaro, magari provenienti anche da finanziamenti pubblici e statali, in favore di governi dittatoriali o di altri enti che possono avere finalità illecite. Si pensi al finanziamento all’Isis, all’immigrazione clandestina, al traffico di armi, al terrorismo in generale, ecc. Grazie a questa norma, potrà essere consentito.
A maggior ragione se si considera che le sanzioni previste per l’eventuale violazione dell’obbligo di indicare i pagamenti ed i relativi progetti, sono del tutto irrisorie. Ed infatti, secondo l’art. 5 del decreto, gli amministratori di società che, addirittura, omettono di depositare integralmente le relazioni sui pagamenti effettuati o redigono relazioni contenenti informazioni non veritiere, sono puniti con una reclusione che arriva al massimo a 1 anno o al pagamento di una sanzione.
Si possono, dunque, occultare tra le pieghe dei bilanci milioni di euro, e poi sanare tutto con una sanzione pecuniaria. Altro che il falso in bilancio..
Questa è l’Europa delle lobby e questo è il Governo che, ai loro piedi, umilmente obbedisce.