Per prendersi i soldi, i partiti mettono il turbo alla legge

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Quando si tratta di dare quattrini ai partiti, al Parlamento si approvano leggi con una rapidità ed efficienza di stile teutonico.
Ricordate la legge Letta che aboliva (per finta) il finanziamento pubblico ai partiti? Prevedeva anche una “Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici“, deputata a verificare che i bilanci dei partiti siano a posto prima di erogare il finanziamento di cui ancora godono (che per il 2015 è pari al 50%). Ma nessuno si è ricordato di nominare, nella commissione di garanzia, i cosiddetti “coadiutori”: esperti di controllo contabile e revisione pescati da Corte dei conti e altre amministrazioni pubbliche. Così, la commissione ha bloccato tutto, perché non in grado di verificare la regolarità o meno dei bilanci dei partiti. Niente firma e niente soldi.
Panico generale! Nel mese di luglio si rischia il default dei partiti italiani, pieni di debiti che neanche Tsipras, e bisognosi più che mai dell’ennesimo salvataggio dalle tasche del contribuente.
Ma niente paura: ci pensa Boccadutri, ex tesoriere di SEL ora passato in forza al PD e subito entrato nel mood del nuovo partito. Con una leggina rapida rapida, ecco assegnati i tecnici esperti alla commissione di garanzia, e i finanziamenti ai partiti andranno lisci come l’olio.
Grande sospirone di sollievo in Parlamento, i partiti saranno salvi e il Paese anche: dopo tanta preoccupazione, gli italiani potranno festeggiare.