#StopTTIP si alza il velo sul trattato segreto

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Il Movimento 5 Stelle ha chiesto e ottenuto in Commissione politiche UE del Senato l’affare assegnato sul TTIP: la portavoce M5S al Senato Elena Fattori sarà uno dei due relatori. A partire dalle ora 14 trasmetteremo qui la diretta streaming dell’audizione.

Si tratta di un’indagine conoscitiva a livello parlamentare su questo trattato che l’Unione Europea sta stipulando con gli Stati Uniti. Un trattato di cui non si conoscono i particolari perché i documenti sono secretati, ma che lascia trapelare scenari inquietanti per il nostro Paese.
A rischio il “made in Italy” ed i prodotti tipici, la qualità dei prodotti tipici agroalimentari, la sicurezza ed i diritti sul lavoro, i beni comuni, la sopravvivenza delle PMI e la democrazia stessa che si nutre di trasparenza, quella che in questo trattato non c’è.
Saranno ascoltate in Senato a partire da giovedì 16 luglio 2015 le associazioni No-TTIP e quelle a favore, ascoltate le voci di esperti e società civile, economisti, parlamentari UE e tutti coloro che in questi mesi si sono mobilitati per portare a conoscenza dell’opinione pubblica l’esistenza di questo trattato, ancora in discussione, e le sue devastanti conseguenze per i paesi europei come l’Italia.
In tutta l’Unione Europea oltre 2 milioni di cittadini hanno già firmato una petizione internazionale contro questo trattato. La battaglia si farà sempre più dura. Il Movimento 5 stelle organizzerà sul territorio eventi pubblici insieme a comitati, associazioni, piccoli agricoltori, piccole imprese, cittadini.
Il trattato di scambio abbatte le barriere doganali fra Europa e Stati Uniti. Ufficialmente con il fine di far circolare merci e servizi. Ma a che prezzo? Si vedrà prevalere la logica della concorrenza basata esclusivamente sul profitto ad ogni costo, rispetto alla qualità degli alimenti, dei servizi, del lavoro e del rispetto dell’uomo. Pertanto, col TTIP, potranno circolare le merci, beni e servizi esclusivamente seguendo la logica degli affari. Questo significherà più profitto alle multinazionali a discapito della qualità e degli interessi dei consumatori finali, travolgendo anche tutte quelle piccole imprese che non potranno competere con i colossi economici.
Esaminiamo alcuni punti cruciali:
Rischio scomparsa dei prodotti tipici, contraffazione del made in Italy agroalimentare
Il TTIP abbasserebbe gli standard di controllo della UE, che a livello di norme tutelanti l’agricoltura pone barriere molto più restrittive rispetto al mondo a stelle e strisce, senza considerare che le produzioni statunitensi si basano in percentuali enormi su organismi geneticamente modificati (OGM).
Esempio: Nel trattato tra UE e Marocco è avvenuto proprio questo. L’abbassamento degli standard di controllo ha portato a una sorta di concorrenza sleale da parte del Marocco, che ha messo in seria difficoltà la produzione di agrumeti in Sicilia, al punto che lo Stato Italiano è oggi costretto a dover normare ad hoc su questa materia.
Le eccellenze e il comparto del Made in Italy alimentare subirebbero la concorrenza diretta della produzione posticcia, che usa spesso nomi simili a quelli italiani per poter vendere di più (ad esempio il Parmesan spacciato per Parmigiano Reggiano). A rischio anche marchi di qualità come il prosciutto di Parma, l’aceto balsamico tradizionale, la mozzarella di bufala campana, il formaggio Asiago e chi più ne ha più ne metta. Per non parlare delle coltivazioni con Ogm che potrebbero invadere la filiera produttiva.
L’abbassamento di queste tutele ricadrà sui produttori agricoli, soprattutto italiani, che già oggi sostengono costi di produzione e costi fiscali maggiori rispetto agli altri paesi, agricoltori che sarebbero immediatamente tagliati fuori dal mercato.
Le multinazionali schiacciano le piccole imprese
Il comparto delle piccole e medie imprese è quello su cui si sostiene gran parte dell’economia italiana e di molti Paesi della UE. Con il TTIP e la sua clausola ISDS, le multinazionali e i grandi gruppi industriali entrerebbero in tutti i settori economici, da un lato spazzando le produzioni indipendenti e dall’altro mettendo alle proprie dipendenze le filiere locali.
Esempio: i fornitori della grande produzione industriale, come la Fiat. Cosa accadrebbe se un grande gruppo decidesse di abbandonare il mercato Italiano dopo averlo dissanguato? Per le piccole aziende collegate sarebbe un’ecatombe.
Meno sicurezza per lavoro, salute e ambiente
Anche in questo caso gli standard statunitensi sono meno restrittivi rispetto a quelli nazionali e in generale della UE. Per poter consentire il trattato di libero scambio, questi parametri potrebbero essere rivisti al ribasso. Quale sicurezza per i lavoratori? E per l’ambiente? Quale sicurezza e controlli sulla produzione agroalimentare?
Addio gestione dei beni pubblici
Con il TTIP il rischio enorme è quello della completa cessione di sovranità e privatizzazione dei beni comuni.
Esempio: si immagini la gestione del sistema idrico o del ciclo dei rifiuti, dei trasporti, in cui vi siano dei competitors di multinazionali.
Le nazioni forti deterrebbero il monopolio sui beni comuni, mentre le altre subirebbero la concorrenza delle multinazionali. Insomma, si rischia una Europa dichiaratamente in mano ai privati e senza stato sociale.
Con la calusola ISDS le multinazionali potranno fare causa agli stati
(Investor to State Dispute Settlement): è la clausola che consente agli investitori di poter fare causa agli Stati laddove vedano lesi i propri interessi economici. Sarebbero arbitrati da tribunali internazionali e si darebbe uno strumento alle multinazionali per far valere le loro ragioni a suon di parcelle. In pratica gli interessi delle multinazionali prevarrebbero sulle scelte di organismi democraticamente eletti che rappresentano i cittadini.
Esempio: in Canada una società chimica ha chiamato in caso lo Stato perché vietava l’uso di additivi chimici contenenti il benzene. Il governo Canadese perdendo la causa ha dovuto rimborsare 13 miliardi di dollari alla multinazionale. E’ avvenuta la stessa cosa in Uruguay per l’apposizione sui prodotti del tabacco, della famosa frase “nuoce gravemente alla salute” ritenuta dai produttori di tabacco come ostativa e inibente la commercializzazione. E’ questo il futuro che vogliamo per l’Italia e l’Unione Europea? Siano semmai gli Stati Uniti ad adeguarsi ai nostri standard!
Assenza di trasparenza nei contenuti
I documenti di tutto il negoziato sono secretati. Possono essere consultati solo da pochi ma non possono essere divulgati, pena la denuncia. Tutti i dati e i documenti che oggi sono pubblici, lo sono con molto ritardo rispetto alla loro redazione e spesso sono superati dalle successive riunioni di trattativa. A quale punto si sia in questo momento non è dato di saperlo. Nemmeno gli Stati spesso hanno accesso a tali documenti se non nella persona dei Capi di Governo.
In Italia la legge 234/2012 prevede invece che tutto quanto si discute in Europa debba essere accessibile da parte del Parlamento nazionale. Una norma, questa, perennemente disattesa e, nel caso del TTIP, addirittura bypassata con ostruzionismi da parte del capo del governo Renzi che è totalmente assoggettato ai diktat della Troyka.
Si tenga presente che lo studio di impatto emesso da Prometeia nel 2012/2013 evidenzia molte criticità ma non sono mai state fatte emergere dal Governo.
Per di più il presidente della commissione agricoltura nel Parlamento Europeo, in una audizione alla Camera nel dicembre 2014 ha fornito dei dati falsi sulle potenzialità del TTIP invertendo le percentuali di guadagno tra import ed export che sono in realtà totalmente a favore degli USA. Il M5S ha presentato interrogazione in merito, senza ottenere a oggi nessuna risposta. Per non parlare degli spot di propaganda del TTIP che per un periodo di tempo hanno presenziato le reti RAI, finché l’azione del M5S ne ha bandito l’emissione.