Banca del Mezzogiorno Mediocredito centrale: conferenza stampa del M5S

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Domani, martedì 28 luglio alle ore 9:30 si terrà in Sala Nassirya, al Senato, una conferenza stampa promossa dal M5S che avrà come tema la difficile situazione della Banca del Mezzogiorno Mediocredito centrale, l’unico istituto di credito a controllo pubblico rimasto.
Ne parleranno nel dettaglio i senatori del M5S Nicola Morra e Andrea Cioffi, insieme al giornalista Pietro Nigro.
La Banca del Mezzogiorno – fondata su iniziativa di Giulio Tremonti nel 2007, poi fusa con Mediocredito centrale e infine assorbita da Poste Italiane – si era costruita negli anni una solida credibilità nel Sud Italia massacrato dalla lunga crisi finanziaria. L’istituto aveva ampliato progressivamente i prestiti ai privati e alle imprese fino ad arrivare ad erogare crediti per un valore di 1 miliardo e 345 milioni di euro nel 2014, con un utile netto, in costante crescita, di 37,6 milioni di euro.
Nell’aprile 2015, però, è stato nominato un nuovo Consiglio di amministrazione (Cda) guidato da Luigi Ferraris, attuale direttore finanziario di Poste Italiane, e con Luigi Calabria, ex direttore finanziario di Poste Italiane, nelle vesti di Amministratore delegato (Ad).
Il nuovo Cda ha di fatto paralizzato la virtuosa attività dell’istituto attraverso lo spostamento delle deleghe all’erogazione dei prestiti più significativi al Cda stesso. In alcuni settori i prestiti nel primo semestre 2015 sono calati addirittura dell’80% rispetto allo stesso semestre del 2014, e in media il calo è stato del 40%.
Intanto si infittiscono le voci circa la cessione dell’istituto da parte di Poste Italiane. Fra i candidati Invitalia e Cassa Depositi e Prestiti.
Non è chiaro cosa ci sia dietro alla rivoluzione che ha ridimensionato la virtuosa attività di Banca del Mezzogiorno Mediocredito centrale, ma è certo che se ancora c’è un utile di esercizio è grazie agli interessi maturati sui prestiti erogati dal Cda precedente. Il calo degli utili, peraltro, potrebbe ripercuotersi negativamente sui cittadini, perché Poste Italiane, proprietaria dell’istituto, detiene circa 250 miliardi di euro di risparmi degli italiani.