I giornalisti vanno difesi da mafia e precarietà

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“Votiamo favorevoli ad un’importante relazione, quella che per la prima volta analizza la condizione dei giornalisti e del giornalismo sotto attacco delle mafie. Un attacco che proviene non solo dalle mafie ma dagli stessi editori sia quando sono collusi e al servizio della criminalità organizzata sia quando non pagano il dovuto ed espongono ad una cronica precarietà. Tra minacce di querele e ritorsioni legali, le mafie attaccano costantemente la libertà d’informazione, non solo con intimidazioni vere e proprie. Ma il giornalismo che narra e investiga le mafie deve anche proteggersi da se stesso, da quei giornalisti che non corrono alcun pericolo in confronto a tanti colleghi che con passione certosina indagano e scoprono legami oscuri, da uno star system del giornalismo antimafia che va a discapito di chi è veramente esposto. La relazione è un passo avanti ma molto deve essere approfondito”.
I membri M5S della commissione Antimafia premono per sottolineare le incongruenze: “Quando si parla di giornalismo e libertà d’informazione bisogna sempre essere cauti nel distinguere chi per davvero tra i giornalisti svolge con passione e dedizione il proprio lavoro e chi invece è contiguo, chi ha propri e specifici interessi e chi invece ha voglia solo di un’effimera affermazione. Troppi sono i giornalisti ammazzati dalle mafie e per il dovuto rispetto a questi veri e propri eroi della libera informazione a noi tocca il compito di proteggere chi è veramente in prima linea a fare informazione, distinguendo da coloro che fanno mera opinione comodamente seduti nei salotti TV”.