Bollette elettriche e tariffe di rete: Renzi guarda al passato

arton12440.jpg
La riforma delle componenti tariffarie nella bolletta elettrica voluta dal Governo va cambiata immediatamente perché mette in difficoltà milioni di famiglie a basso reddito. Se non si rivedrà la struttura della riforma ci troveremo di fronte tre immediati effetti negativi. Nell’ordine: aumenterà il costo della bolletta del 15-20% per oltre 15 milioni di utenti; causerà un blocco degli investimenti sull’autoconsumo da fonti rinnovabili e penalizzerà quelli già effettuati; e terzo non rispetterà il recepimento della normativa europea sul consumo dell’energia elettrica. Col rischio di essere multati dall’Europa.
Davanti a queste palesi infrazioni è opportuno che il ministro Guidi venga in commissione Industria ad illustrare lo stato dell’arte e vigili affinché le norme e gli indirizzi sociali, ambientali, economici e produttivi siano rispettati.
Com’è possibile che il governo favorisca chi consuma più energia e penalizzi quelle famiglie che mirano al risparmio? In questo modo si incoraggia il consumo di energia prelevata dalla rete, che è ancora in gran parte prodotta da fonti fossili. La conseguenza è un aumento delle emissioni pericolose in atmosfera e l’aumento del costo dell’energia.
Proprio in questi giorni l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) e l’Agenzia per il nucleare (Nea) hanno rilevato che il costo dell’energia prodotto da fotovoltaico ed eolico è finalmente più basso di quello da fonti fossili, ma lo sguardo di Renzi è rivolto al passato anziché al futuro.
Sono tutti aspetti che il M5S ha già sollevato in Commissione e che adesso tornano a deflagrare nel dibattito sull’energia. Questo governo favorisce le lobby del petrolio e del gas, penalizza i piccoli produttori di energia pulita e i cittadini.
Anche Adusbef, Federconsumatori, Legambiente, Greenpeace, Kyoto Club, Italia Solare e Wwf denunciano questa grave situazione, che non è più tollerabile. È ora che l’esecutivo intervenga correggendo il tiro.
Questa pericolosa deriva va frenata. Il nostro Paese ha bisogno di una politica energetica lungimirante, che tuteli le fasce più deboli della popolazione e persegua la sicurezza energetica nel rispetto dell’ambiente.