Università: Italia fanalino di coda, ministro Giannini vende fumo sugli investimenti
ROMA, 24 novembre 2015 – “Dal 2010 al 2014 la percentuale di laureati italiani, tra i 25 e i 34 anni, che hanno trovato lavoro è crollata di cinque punti percentuali, la nostra spesa universitaria è tra le più basse dell’area Ocse, abbiamo una delle tassazioni universitarie più alte d’Europa e, al contempo, uno dei sistemi di sostegno allo studio più carenti. Eppure il ministro Giannini parla di inversione del trend di investimento sull’università: la informiamo che, numeri alla mano, di questa inversione non c’è traccia, a meno che il titolare del Miur non si riferisca a investimenti che appaiono impercettibili rispetto alle necessità del comparto”.
Lo affermano i deputati M5S in commissione Cultura di Camera e Senato commentando il Rapporto Ocse “Education at a glance”.
“In assestamento di Bilancio 2015 per l’istruzione universitaria erano previsti 7,721 miliardi di euro, mentre nel Ddl Bilancio 2016 la cifra scende a 7,695 miliardi. L’incidenza sul bilancio statale non subisce variazioni e resta ferma all’1,6%.Relativamente agli investimenti in ricerca e innovazione, la variazione c’è ma è minimale: si passa da 2,664 a 2,669 miliardi.
Aggiungiamo che, per università e ricerca, in Stabilità sono previste alcune voci aggiuntive di finanziamento, ma si tratta di cifre che non spostano gli equilibri, mentre invece ci sarebbe bisogno di una cura da cavallo. Soprattutto, non un centesimo viene destinato al diritto allo studio e non vengono indicate soluzioni rispetto allo stato di abbandono nel quale il governo sta lasciando gli atenei del Mezzogiorno”.