#Cop21, il summit sul clima a Parigi non sia occasione sprecata
È in corso fino all’11 dicembre la Conferenza di Parigi a cui partecipano i paesi aderenti alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, al fine di adottare misure volte al contenimento di gas a effetto serra, alla promozione dell’efficienza energetica e allo sviluppo di politiche agricole sostenibili. Centocinquanta leader riuniti per una sfida colossale: siglare un accordo storico che limiti il riscaldamento climatico per evitare una catastrofe ambientale irreversibile.
Il summit sul clima a Parigi non sia l’ennesima occasione sprecata. La politica faccia davvero la sua parte, portando l’Italia tra i protagonisti di un cambiamento epocale: la Cop21 rappresenta una speranza per miliardi di persone nel mondo, anche per noi.
L’Italia detiene il record di paese europeo con il più alto numero di morti premature, rispetto alla normale aspettativa di vita, a causa dell’inquinamento dell’aria. Lo certifica il rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) uscito oggi: il nostro paese nel 2012 ha registrato 84.400 decessi di questo tipo, su un totale di 491mila a livello Ue. Sono tre le componenti letali nell’aria: le micro polveri sottili (Pm2.5), il biossido di azoto (NO2) e l’ozono, quello presente nei bassi strati dell’atmosfera (O3). A questi inquinanti lo studio attribuisce rispettivamente 59.500, 21.600 e 3.300 morti premature in Italia.
Sfruttamento delle fonti fossili, iper-consumo di energia, polveri sottili, agricoltura intensiva e basata su fertilizzanti di sintesi, utilizzo di proteine animali, sono alcune fra le cause dei cambiamenti climatici. Con che coraggio, oggi, il presidente del consiglio viene a dirci che i politici fanno la loro parte? Il governo ha voluto l’articolo 38 del cosiddetto Sblocca Italia, quello delle trivelle libere e indiscriminate. Impoverisce i territori e rappresenta un pericolo per l’ambiente e la salute dei cittadini. Ha azzerato le rinnovabili, per anni settore trainante dell’occupazione.
Il Movimento 5 stelle ritiene, invece, che sia necessario definire un piano nazionale per l’implementazione di una strategia di lotta alle emissioni inquinanti, che sia più incisiva di quella di adattamento ai cambiamenti climatici approvata a giugno, definendone le priorità di intervento, le tempistiche e gli impegni di spesa.
Il governo ha colpito tutti i settori delle energie rinnovabili. E penalizza anche i comportamenti virtuosi di chi riduce i propri consumi elettrici. Il Movimento 5 stelle vuole invece arrivare al solo utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili per la produzione di energia elettrica e di calore, abbandonando definitivamente i combustibili fossili, consolidando meccanismi di incentivazione che garantiscano la transizione.
L’esecutivo mina la stabilità delle fonti rinnovabili, favorendo invece solo i colossi dei combustibili fossili. Il Movimento 5 stelle propone di incentivare, nelle opportune sedi nazionali ed europee, la decarbonizzazione dei sistemi energetici, attraverso programmi settoriali volti alla diffusione di tecnologie disponibili, al supporto, all’innovazione e all’uso di strumenti fiscali generalizzati (carbon tax).
Il nostro governo si faccia promotore affinché l’Europa giochi un ruolo fondamentale nella ricerca, promozione e diffusione di nuove tecnologie poco impattanti e delle “best practices” già disponibili. È necessario sostenere l’eliminazione, in tutte le sedi internazionali, degli incentivi ancora riservati alle fonti fossili a vantaggio di un’economia circolare.
Le imprese hanno bisogno di azioni concrete. Così come il clima. Dov’è la politica industriale tanto decantata dal governo? Il nostro paese attende un Green Act solo annunciato, una delle tante promesse non mantenute.
Abbiamo chiesto al governo degli impegni con una risoluzione presentata alla Camera e con una mozione presentata al Senato