#Renzicottero, il premier sperpera ancora i soldi dei cittadini

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Ci risiamo. Il presidente del Consiglio – quello che prima di arrivare a palazzo Chigi aveva promesso sobrietà, lotta agli sprechi e zero scorta – proprio non resiste alla tentazione di sperperare denaro pubblico per i suoi spostamenti e di offrire un passaggio sull’elicottero di Stato a familiari e colleghi, alla faccia dei contribuenti italiani.
La nuova puntata della saga del #Renzicottero va in scena ieri, quando il capo del governo vola a Potenza per i funerali del segretario del Pd della Basilicata, Antonio Luongo, scomparso a causa di un incidente stradale. Un viaggio fatto in veste non di Presidente del Consiglio, ma in qualità di segretario del Pd, dunque non per il suo incarico istituzionale ma come capo di un partito politico.
Ma c’è un altro particolare: i giornali locali raccontano che sul #Renzicottero sia salito anche l’ex capogruppo del Pd Roberto Speranza, oggi esponente della minoranza dem, forse per un tentativo di ricomporre la frattura tra due anime di un partito ormai allo sbando, sempre più diviso e abbandonato dal suo elettorato.
Il portavoce in Senato Vito Petrocelli ha chiesto al premier di smentire questa notizia. Se invece fosse confermata, ancora una volta a pagare sarebbero gli italiani.
Era stato così anche a settembre scorso, quando il premier si recò al Forum Ambrosetti in elicottero; e poi di nuovo a marzo scorso, quando l’elicottero presidenziale in volo da Firenze a Roma fu costretto ad un atterraggio di emergenza ad Arezzo, da dove il premier ripartì poi in auto blu. A gennaio a Firenze fece scalo addirittura l’aereo di Stato per prendere la famiglia presidenziale e portarla a Courmayeur per le vacanze di capodanno. Costo stimato: 9 mila euro l’ora.