Grasso risponde al M5S: accelerazione sulla Commissione d’inchiesta Eni?

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È da tempo che il M5S si sta occupando della questione Eni. La società che fu presieduta da Enrico Mattei è al centro di una serie di inchieste che riguardano i suoi affari petroliferi in Algeria e Nigeria.
In Parlamento se ne è fatto carico in particolare il portavoce M5S al Senato Vito Petrocelli, e il 13 maggio scorso lo stesso Beppe Grillo si è espresso in un duro discorso all’assemblea degli azionisti Eni, a Roma. In questi mesi di tensioni sul territorio libico, che potrebbero persino portare ad un intervento militare italiano, gli affari e le strategie di Eni diventano ancor più rilevanti dal punto di vista dell’interesse nazionale. È quindi urgente istituire una Commissione parlamentare di inchiesta su Eni SpA, come il M5S ha richiesto il 16 giugno in sede parlamentare. La maggioranza, però, non sembra intenzionata a darci ascolto, e dopo l’illustrazione della nostra proposta, avvenuta il 24 giugno, non è successo più nulla. È per questo che il senatore Petrocelli, primo firmatario della proposta di Commissione d’inchiesta, ha scritto una lettera ufficiale al Presidente del Senato Pietro Grasso (QUI IL TESTO: Lettera-Petrocelli-a-Grasso-su-ENI.pdf) chiedendogli di intervenire nell’ambito delle sue prerogative.
È di qualche giorno fa la risposta di Grasso che afferma senza giri di parole di “aver segnalato la questione ai presidenti delle Commissioni competenti”, ovvero Massimo Mucchetti (PD) per la Commissione Industria, e Nico D’Ascola (NCD) per la Commissione Giustizia.
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A questo punto non ci sono più scuse. La maggioranza a guida Pd deve prendersi la responsabilità di decidere una volta per tutte se questa Commissione d’inchiesta, a nostro avviso fondamentale, si farà o no. Il M5S vigilerà perché l’intervento del Presidente Grasso abbia un seguito. È troppo importante, per tutti noi.