Uranio, ammissioni del ministero

proiettiliuranio.jpg
In questi giorni una storica sentenza del Tar Toscana getta ombre pesanti sull’operato del Comitato di verifica per le cause di servizio. Croce di ogni militare ammalatosi sotto le armi e che puntualmente vede rigettata la domanda di riconoscimento della patologia riconducibile alle attività assegnate.
Secondo il Tar, infatti, il diniego del Ministero della Difesa di riconoscimento del nesso causa-effetto tra le patologie dei militari e l’inquinamento bellico è un danno, anche all’erario. Per questo i giudici amministrativi, accogliendo un ricorso presentato da un sottufficiale dei carabinieri assistito dall’avvocato Angelo Fiore Tartaglia dell’Osservatorio Militare, ha rinviato i documenti alla Corte dei Conti e allo stesso Ministero.
Si apre dunque una falla, ufficialmente, nel sistema di riconoscimento dei risarcimenti.
E questo è avvenuto il giorno in cui in Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito è stato ascoltato per la seconda volta il segretario generale del Ministero, il generale Magrassi.
«Confortante è stato ascoltare – dicono i due portavoce M5S in Commissione Giulia Grillo e Gianluca Rizzo – una sorta di ammissione di responsabilità da parte del ministero della Difesa, che ammette come l’alto numero di contenziosi sia il segnale che qualcosa non sia stato gestito in maniera corretta».
Noi andiamo avanti, indaghiamo, ascoltiamo, siamo consapevoli della grande responsabilità che noi, ma soprattutto i colleghi di commissione e il presidente Scanu, abbiamo nei confronti di chi oggi vive malato o non c’è più e vive nel ricordo dei suoi cari.
Il M5S è al fianco di ciascuno di loro, e continueremo a combattere per la verità