Mutui indicizzati all’Euribor: le banche stanno truffando i cittadini italiani?

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La rivista Altroconsumo ha scritto di recente dell’abuso di alcune banche italiane nei confronti di clienti con mutuo a tasso variabile indicizzato all’Euribor. Di cosa si tratta?
Il tasso Euribor è il tasso di interesse medio a cui le banche si prestano soldi tra loro in euro. Se l’Euribor scende, per effetto di politiche monetarie espansive come quelle che la Bce sta mettendo in atto da tempo, dovrebbe scendere anche il tasso di interesse dei prodotti che le banche vendono alla clientela. I mutui, ad esempio. Il costo di un mutuo indicizzato all’Euribor si calcola infatti sommando allo spread deciso dalla singola banca il tasso Euribor stesso. Da qualche mese l’Euribor è negativo, e dovrebbe quindi sottrarsi allo spread, riducendo il costo del mutuo.
Secondo Altroconsumo, però, “molte banche hanno fatto e continuano a far pagare di più ai clienti, senza fare mai scendere i tassi sotto gli spread”. Hanno quindi creato un “pavimento” (floor) sotto il quale i tassi di interesse non possono scendere, che corrisponde proprio allo spread da loro deciso al momento della stipula del mutuo. Si stanno comportando, in sostanza, come se l’Euribor fosse a zero, quando invece da alcuni mesi è sceso in territorio negativo.
Tutto ciò nonostante Banca d’Italia, organo di vigilanza del nostro sistema bancario, abbia inviato il 7 aprile 2016 una comunicazione nella quale chiariva le regole a cui devono attenersi gli istituti di credito nel caso di contratti di finanziamento a tassi indicizzati con parametri di indicizzazione di segno negativo.
Il M5S non è stato a guardare, anche perché la questione dei tassi Euribor (e Libor) era già salita agli onori della cronaca per le manipolazioni di alcune banche internazionali come Deutsche Bank e Jp Morgan. La senatrice e Questore del Senato Laura Bottici ha inviato una lettera a Banca d’Italia in cui si chiede il “numero e la denominazione degli intermediari bancari e finanziari che non hanno ottemperato le indicazioni” della stessa Banca d’Italia e anche il “numero dei controlli effettuati da Banca d’Italia al fine di verificare il rispetto delle indicazioni”.
Banca d’Italia è tenuta a risponderci e a fare chiarezza sia sugli istituti colpevoli che sulla sua attività di vigilanza, spesso carente. Intanto è possibile compilare il modulo di Altroconusmo e chiedere il risarcimento di quanto è stato pagato in più del dovuto.