Ddl Coni: PD preferisce gli inciuci al rinnovamento nello sport


Poteva essere la buona occasione per riformare davvero il mondo dello sport, con una ventata di rinnovamento e trasparenza. E invece l’approvazione al Senato del Disegno di legge sul rinnovo dei mandati degli organi del Coni è stata l’ennesima occasione sprecata. Colpa del PD, che ha preferito fare inciuci con le lobby dello sport, rappresentate dai Franco Carraro di turno (senatore di FI), piuttosto che scardinare il vecchio sistema con regole nuove come quelle che il M5S aveva proposto.
Così nulla cambia e il Parlamento perde un’occasione importante per eliminare dal mondo dello sport quelle logiche di spartizione e di gestione elitaria che sino ad oggi hanno dominato le federazioni sportive e posto un freno alla crescita professionale di tanti giovani sportivi.
I portavoce M5S in Commissione avevano fatto le loro proposte di buon senso, che ricalcavano un principio cardine del Movimento, cioè il limite inderogabile dei due mandati per i più importanti incarichi pubblici, dal parlamentare ai gradi apicali di enti o società pubbliche. Chiedevamo quindi anche per il Presidente del CONI, i componenti degli organi direttivi apicali e i presidenti e i vertici delle federazioni sportive il limite di 2 mandati, limite che la maggioranza ha voluto alzare a tre, 12 anni in totale, permettendo tra l’altro a chi ha già un mandato in corso di farne ancora altri tre.
Hanno ampliato, portandoli a 5, i voti che si possono delegare per l’elezione dei dirigenti delle federazioni, spacciandola per una limitazione, e hanno addirittura rifiutato la possibilità di limitare a due le preferenze di nomi, una norma di buon senso che avrebbe evitato le classiche cordate.
In questo modo il Coni, che opera anche all’interno delle scuole e che oggi ha un potere enorme sul futuro dei giovani atleti, perde la possibilità di rinnovarsi davvero: quello votato dall’Aula di Palazzo Madama è un provvedimento al ribasso, che scontenta chi ama davvero lo sport.