Il Pareggio di Bilancio distruggerà gli Enti Locali

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Si vota oggi al Senato il ddl 2344, presentato dal ministro dell’economia Padoan. Il testo riguarda i bilanci degli enti locali, sostituendo il patto di stabilità interno con il principio del pareggio di bilancio, che è già in vigore a livello centrale (Fiscal Compact). Il M5S ha sempre criticato con forza questo principio, se applicato allo Stato centrale: è una follia economica che l’Unione Europea ci ha ordinato di recepire e che il Governo Monti ha addirittura scolpito nella Costituzione (riforma dell’art.81). Con il pareggio di bilancio lo Stato arretra di fronte al mercato e perde la leva fiscale per reagire alle crisi economiche. Il principio, in astratto, è invece opportuno per gli enti locali, nei quali è bene che le spese corrispondano alle entrate. Il problema è che se il Fiscal Compact impone al bilancio centrale un drastico aggiustamento verso il pareggio, i trasferimenti dello Stato agli enti locali diminuiranno di anno in anno, così che anche regioni, città metropolitane e comuni contribuiscano al “risanamento”.
È esattamente quello che è successo negli ultimi anni. Le minori risorse centrali hanno costretto gli enti locali a tagliare i servizi o a privatizzarli e anche le tariffe sono aumentate di conseguenza. Basti pensare ai 4,3 miliardi che il Governo Renzi ha tagliato in pochi mesi al fondo sanitario nazionale, creando un danno enorme nei bilanci regionali. Ad essere colpiti, oltre alla Sanità, sono anche l’Istruzione e il Trasporto Pubblico, cioè quei servizi di base senza i quali la qualità della vita cala sensibilmente.
Se, quindi, la nuova contabilità locale, molto rigida, e il principio del pareggio di bilancio sono in astratto riforme doverose, in questa fase storica di selvaggi tagli al bilancio pubblico il risultato è di mettere sul lastrico moltissimi comuni.
Ma il ddl 2344 non istituisce solo il pareggio di bilancio (“un unico saldo non negativo in termini di competenza tra le entrate finali e le spese finali, sia nella fase di previsione che di rendiconto”). All’art.3, infatti, si demanda a legge dello Stato “il concorso al finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni e delle funzioni fondamentali inerenti ai diritti civili e sociali”. Viene così eliminato il Fondo Straordinario che garantiva un cuscinetto automatico agli enti locali in caso di ciclo economico negativo. I livelli essenziali civili e sociali verranno garantiti solo se il Governo deciderà di farlo; un principio cardine della nostra Costituzione viene lasciato alla discrezionalità dell’esecutivo.
Il disegno complessivo è molto chiaro: Fiscal Compact, nuova contabilità locale e pareggio di bilancio. La morsa si stringe sempre più al collo degli enti locali, costringendoli a svendere i servizi fondamentali al settore privato, che in questo modo lucra in settori a domanda relativamente costante, dato che non è facile rinunciare alle cure, all’istruzione e al trasporto pubblico.
In aula il M5S voterà contro al ddl Padoan, dando seguito al lavoro di opposizione in commissione Bilancio delle senatrici Lezzi, Mangili e Bulgarelli.
Quando governeremo non accetteremo più di stritolare le amministrazioni locali per rispettare i sacrifici imposti da lontani burocrati non eletti.