Con Renzi i poveri aumentano

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Proprio oggi, nella giornata mondiale per lo sradicamento della povertà, apprendiamo che per la prima volta al Sud la percentuale degli italiani che si rivolgono ai Centri della Caritas ha superato quella degli immigrati attestandosi al 66,6% contro una media del 57,2%. Una notizia sconcertante che dovrebbe allarmare questo governo e farlo riflettere sulle risorse che intende destinare al contrasto alla povertà che addirittura, dalle slide presentate dal Presidente del Consiglio in relazione alla legge di bilancio, risulterebbero essere state tagliate.
Il Movimento 5 stelle denuncia da sempre che il governo non vuole risolvere il problema della povertà, ma limitarsi a dare poche briciole per cercare consensi. Ma le promesse del Presidente del Consiglio sono talmente tante che poi ovviamente fa fatica a ricordarle tutte. Gliele ricordiamo noi. Lo scorso mese di luglio, infatti, Renzi tramite tweet aveva promesso di destinare 1,6 miliardi di euro in 2 anni per il contrasto alla povertà, ma ora si sarebbe rimangiato le proprie parole perché i conti non tornano.
Il governo, infatti, avrebbe stanziato 600 milioni per l’anno 2016 e ora avrebbe in mente di stanziare 500 milioni per il 2018, per un totale ad 1,1 miliardi in 3 anni dato che il miliardo promesso per il 2017 non è stato ancora confermato dal testo ufficiale. Stando alle sue promesse, dunque, mancherebbe una parte molto importante delle risorse.
Abbiamo un governo cialtrone che intende dare 20 euro a testa per risolvere il problema della povertà, sapendo di dilatare l’agonia delle tantissime famiglie che non sanno più come fare per non rimanere indietro e che si vedono costrette, sempre di più, a rivolgersi a Centri come quelli della Caritas per sopravvivere.
Da oltre 2 anni il Movimento 5 stelle ribadisce che l’unica misura efficace per contrastare questo fenomeno è il ddl sul reddito di cittadinanza , a prima firma Nunzia Catalfo, presentato dal Movimento 5 Stelle. Una misura che non ha soltanto lo scopo di dare un sostegno al reddito alle persone che hanno più bisogno, ma anche la finalità di reinserire i soggetti beneficiari sia nel contesto sociale che nel mondo del lavoro. Uno strumento che non può continuare a passare inosservato, soprattutto tenuto conto dei dati diffusi oggi da Caritas che indicano che le persone che si rivolgono ai propri centri lo fanno al 76,9% per cause di povertà economica ed al 57,2% per disagio occupazionale.