Sanità al collasso: dal 2009 – 40 mila lavoratori

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ROMA, 23 gennaio 2016 – “Circa 40 mila lavoratori in meno nel comparto sanitario dal 2009 al 2015: un vero e proprio esercito. Di fronte a questi dati catastrofici qualcuno ancora si domanda cosa non vada nel nostro servizio sanitario pubblico? Da quando siamo entrati in Parlamento nel 2013 abbiamo costantemente chiesto, attraverso atti parlamentari, di immettere personale medico-sanitario nel comparto ma, fino a oggi, i governi che si sono succeduti non hanno alzato un dito. In mancanza di un’inversione di tendenza, il rischio che il sistema collassi cresce sempre di più”

Così i deputati M5S in commissione Affari Sociali commentano lo studio condotto sul segmento sanità da Fp Cgil sull’analisi dei dati del Conto annuale dello Stato e sulla rielaborazione dei dati della Ragioneria generale dello Stato.

“I numeri sono da bollettino di guerra: in 7 anni il comparto salute ha perso 8 mila medici, oltre 10 mila infermieri e 2.200 operatori di assistenza e circa 20.000 lavoratori tecnici, riabilitativi, della prevenzione e amministrativi. Non bastasse, con il blocco del turnover sta aumentando rapidamente l’età media degli operatori: oggi si attesta a 50,1 anni ma, se non saranno adottate azioni politiche immediate e una massiccia campagna di assunzioni, secondo le proiezioni nel 2020 l’età media salirà a 54,3 anni. Il ministro della Salute e il governo cosa stanno aspettando a stanziare le risorse necessarie?

Lo smantellamento del SSN sta di fatto aumentando i costi a carico del pubblico, favorendo indirettamente e subdolamente l’espansione della sanità privata. Con questo gioco perverso di mancati finanziamenti al pubblico e forte aumento dei cittadini che accedono alle cure viene svuotato di senso l’articolo 32 della Costituzione che sancisce il diritto alla salute. Un diritto che, lo ricordiamo, “bypassa” gli obblighi di pareggio bilancio “.