Complesso monumentale del Catajo: intervenga il ministro

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Oggi ho incontrato il ministro Dario Franceschini per portare alla sua d attenzione una situazione molto grave. Siamo nel Parco Regionale dei Colli Euganei, una delle zone paesaggisticamente più belle del Veneto, ricca di musei, ville venete e con l’imponente Castello del Catajo a dare il benvenuto alle porte di uno dei distretti termali più importanti d’Italia.
Proprio in faccia a questo gioiello, un fondo pensionistico straniero vuole costruire il più grande centro commerciale del Veneto, consumando quasi 150.000 metri quadri di terreno agricolo pregiato per far posto a 56 mila metri quadri di parcheggi e ad un blocco da 32000 metri quadri coperti per un’altezza di 12 metri e più, che devasterà irrimediabilmente il paesaggio e farà perdere il senso dei luoghi che si sta visitando.
La lusinga dei posti di lavoro è una truffa: per ogni posto di lavoro (precario) nel nuovo centro commerciale moriranno da 4 a 6 posti di lavoro (stabile) in piccole aziende commerciali e negozi a conduzione familiare: in pratica le pensioni di altri paesi si pagheranno distruggendo le nostre ricchezze presenti e future.
Agli inizi di luglio ho presentato un’interrogazione e chiesto un incontro al Ministro Franceschini che oggi si è mostrato molto interessato: ha chiesto ragguagli e si è impegnato su quanto sta accadendo nella zona.
La politica deve prendere una posizione chiara perché sono a confronto due visioni inconciliabili; da un lato chi pensa che il futuro si costruisca con i centri commerciali, la devastazione dell’ambiente ed il consumo di suolo. Dall’altro chi, come il Movimento 5 Stelle ritiene che la cultura, l’ambiente, il paesaggio sono risorse preziose per la qualità della vita, la salute e per la stessa economia.
Comitati ambientali (da tempo attivi in questo territorio), associazioni per la tutela dei beni artistici e storici, associazioni dei commercianti, gli agricoltori e agli albergatori termali stanno facendo fronte comune a difesa di un modello di vita cui non vogliamo rinunciare.
Se invece dovesse realizzarsi questo centro commerciale, andrebbe a braccetto con la costruzione di una terza corsia in autostrada (mentre i flussi sono in calo): altro consumo di suolo per portare qualcosa come 20.000 auto al giorno in una zona verde.
le potenzialità turistiche verranno mortificate, il commercio cannibalizzato.
Per tutto questo ci siamo attivati con atti formali; ora vigileremo affinché non venga meno la promessa di un’attenzione per la tutela delle nostre eccellenze.