Dichiarazioni pentito Schiavone, M5S: “Individuare e bonificare i luoghi contaminati in Calabria e riaprire caso nave dei veleni”

ROMA – Le dichiarazioni dall’ex collaboratore di giustizia Carmine Schiavone davanti alla commissione Ecomafie, in cui si narra di interramenti illegali di rifiuti industriali tossici prodotti in Italia e in Europa nelle regioni meridionali, rese note (ma solo parzialmente) dopo ben 15 anni, sono occasione di gravi considerazioni su una questione assai delicata.
Il Sud è sempre stato vittima di faccendieri e malviventi, tanto da vedere alcune zone di un territorio a prevalente vocazione agricola irrimediabilmente compromesse- nel medio periodo – per ogni attività agroalimentare, se non pregiudizievole per la presenza umana.
Le parole di Schiavone, pur dovendo essere verificate con la dovuta cautela, sono comunque inquietanti: la devastazione e l’inquinamento prodotto dalle sostanze interrate apre squarci preoccupanti sul destino dei luoghi interessati e sulle popolazioni ivi residenti. Ma apre anche altri interrogativi e fa sorgere dubbi e sospetti che avremmo preferito non portare mai alla nostra coscienza.
C’è, innanzitutto, un problema enorme che riguarda i necessari controlli sullo smaltimento di questi rifiuti, e ciò al fine di rendere applicabile in Italia un copioso corpo normativo – rinveniente anche dalla legislazione europea – in materia; e, soprattutto, c’è bisogno di leggi ad hoc che possano punire nel modo più severo possibile i responsabili di questi disastri ambientali criminalmente continuati nel tempo, almeno adeguato alle tragedie umane che provocano.
Non si può più assistere inermi a questa distruzione: il “sistema” che ha prodotto tutto ciò deve essere smantellato e questo sistema annovera, tra le componenti che l’hanno reso possibile, la complicità della politica e di pezzi deviati di istituzioni.
Se anche in Italia deve valere il parametro europeo del “chi ha inquinato deve pagare”, ciò deve valere in tutto il territorio nazionale; in Calabria, per prendere l’esempio di una delle regioni citate da Schiavone, assistiamo invece alla disapplicazione della norma in forza di convenienze politiche dettate da una storica inefficienza amministrativa, sulla quale si innesta uno spreco sospetto (sancito anche dalla Commissione antimafia) di fiumi di denaro sottratto ai cittadini calabresi.
Chiediamo al Governo nazionale, vista l’oggettiva inaffidabilità di quello regionale, di prendere provvedimenti urgenti e immediati per rintracciare i luoghi contaminati allo scopo di provvedere alla loro bonifica ma, soprattutto, di disporre il ripristino sostanziale della normativa ambientale costantemente elusa dall’impresentabile classe dirigente calabrese.
Chiediamo, pertanto, al Governo di fare definitivamente luce sulle navi dei veleni (ricordate ancora una volta da Schiavone nelle sue dichiarazioni, in sostanziale consonanza con le dichiarazioni di altri pentiti eccellenti). Non vogliamo e non possiamo, con il nostro silenzio, prenderci la responsabilità di consegnare un futuro di malattia ai nostri cari e alla nostra comunità.
La politica nazionale non può trincerarsi dietro un ipocrita discarico di responsabilità su quella locale per tali accadimenti perché, in tal caso, ne diventerebbe complice.
Francesco Molinari – M5S
cittadino eletto al Senato