Portaerei Cavour: un negozio galleggiante per piazzare armi

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A cosa serve spendere miliardi di euro dei contribuenti per comprare portaerei e lanciamissili? “Non possiamo trascurare la Difesa!” replicano severi i politici in TV, agli ingenui “populisti” che chiedono di tagliare le spese per gli armamenti in un Paese in crisi.
Poi, naturalmente, si scopre che altro che difesa da terroristi, nemici e attacchi alieni: le costosissime portaerei servono invece a fare le piazziste di armi in giro per il mondo.
La portaerei Cavour, ad esempio, salperà domani da Civitavecchia per portare in crociera in Africa i nostri sistemi d’arma. Non potete crederci? Lo comunica la stessa Marina militare, che non si nasconde nemmeno.
E si parla proprio di “promozione delle eccellenze imprenditoriali italiane”. E infatti a bordo ecco le aziende del gruppo Finmeccanica: Agusta Westland, Mbda, OTO Melara, Selex ES, Telespazio, WASS. Per intenderci, la Mbda è una società che produce missili, l’Agusta Westland invece elicotteri, mentre Oto Melara è leader mondiale nella produzione delle artiglierie navali di piccolo e medio calibro. Esportiamo un po’ di democrazia a Paesi peraltro spesso poverissimi, che si indebitano per foraggiare le industrie di armi occidentali. Oppure armiamo le ricche monarchie del Golfo, occupatissime ad espandersi in Paesi terzi come Siria e Ciad.
La Cavour non viaggia da sola, ma è accompagnata da altre due navi, la nuovissima fregata lanciamissili Bergamini e la nave logistica Etna. Chissà quanto ci sono costati questi “negozi galleggianti” di sistemi d’arma, che dopo i paesi del Golfo se ne andranno nell’Oceano Indiano per poi circumnavigare l’Africa con soste previste in Mozambico e in almeno altri tre Paesi di interesse per la penetrazione commerciale e militare dell’Italia.
Il MoVimento 5 Stelle ha già chiesto l’immediata cancellazione della missione, che tra l’altro costa 200mila euro al giorno. E sarà proprio il Parlamento a votare, impegnando il governo ad un’azione immediata. Vogliamo proprio vedere.