Serra (M5S): “Il percorso dei lavoratori ex-Rockwool continua il suo drammatico epilogo.”

Il percorso dei lavoratori ex-Rockwool continua il suo drammatico epilogo. Concittadini e attivisti vogliono risposte per questa che è la umiliante situazione di 13 operai: “gli invisibili della Rockwool”.
Il 20.12.2011 il Consiglio regionale della Sardegna approvava un ordine del giorno unitario sul futuro dei lavoratori ex Rockwool. Il documento ha impegnato la Giunta ad adottare provvedimenti normativi per la loro ricollocazione; a definire, un eventuale reinserimento in società partecipate e in house della Regione o un percorso di accompagnamento all’esodo; ad attivare l’assunzione nelle società private che operano nel settore delle bonifiche; a prevedere criteri di premialità per un loro eventuale impiego nelle imprese interessate a investire nell’area di crisi di Portovesme. parallelamente l’ordine del giorno ha impegnato gli assessori dell’Industria e dell’Ambiente ad attivare il confronto con i diretti interessati e con i sindacati per la risoluzione definitiva della vertenza;
In data 22 dicembre del 2011 si incontravano, presso l’Assessorato dell’Industria, la Presidenza del Consiglio, gli Assessori regionali dell’industria e della Difesa dell’Ambiente, e le organizzazioni sindacali, per discutere della situazione dei lavoratori Rockwool, in cassa integrazione e impegnati in percorsi formativi ai fini del loro inserimento anche nelle attività di bonifica per il ripristino ambientale dei siti ex minerari secondo gli indirizzi contenuti nel suddetto ordine del giorno. In particolare tale accordo prevedeva il reinserimento dei lavoratori ex Rockwool all’interno di due società della gestite dalla Regione entro un anno.
Dal gennaio 2014 tredici ex lavoratori della Rockwool sono barricati nella miniera Monteponi di Iglesias. Gli operai sono in cassa integrazione dal 2010, ma il 31 dicembre scorso è scaduta la mobilità – percepivano 480 euro-, si ritrovano, ad aver perso il posto di lavoro senza nessuno strumento di integrazione al reddito e nessuna forma di ammortizzatore sociale.
I lavoratori della ex fabbrica di lana di roccia protestano per il loro mancato reinserimento in società della Regione Sardegna a seguito del suddetto accordo firmato il 22 dicembre 2011; in particolare gli ex lavoratori si definiscono “gli invisibili della questione Rockwool” perchè mai inseriti nella vertenza.
La Regione, a differenza di quanto avvenuto per i 54 lavoratori diretti assunti nella società Ati-Ifras (ma solo dopo un’estenuante battaglia che li ha portati ad occupare per ben due volte la stessa galleria), per gli interinali non ha trovato alcuna soluzione;
I lavoratori interinali, a suo tempo impiegati in attività collaterali e di supporto alle più importanti realtà industriali del territorio (occupati dell’indotto), sono stati esclusi da qualsiasi forma di ammortizzatore sociale e in questo momento si trovano in una condizione drammaticamente precaria.
In un documento i lavoratori ricostruiscono la loro vicenda che li ha visti operare con continuità nell’ultimo decennio prima della chiusura dello stabilimento di Iglesias. Nel 2010 i lavoratori sono stati collocati in mobilità con accordo istituzionale del 6 ottobre 2009 e inseriti nella linea di intervento 2 della Regione Sardegna (cioè “azioni di formazione per le iniziative del territorio”) il cui obiettivo è favorirne la riqualificazione e reinserimento lavorativo. Ma a tutt’oggi, affermano, tutti i provvedimenti in materia di riqualificazione e ricollocamento sono rimasti sulla carta e non attuati.
I lavoratori in questione ritengono di avere diritto ad un reinserimento lavorativo in virtù degli accordi istituzionali sottoscritti anno per anno in cui si specifica (artt. 2 e 3, accordo istituzionale 6.10.2009) che la Regione e le organizzazione firmatarie degli accordi si impegnano alla gestione dei lavoratori attraverso percorsi di riqualificazione professionale e reinserimento lavorativo, sia in prospettiva dell’attuazione dei singoli piani industriali, sia per le altre iniziative di investimento previste nei diversi territori.
Manuela Serra – portavoce M5S al Senato