Alluvione Marche, chiesto lo stato di emergenza. Fucksia (M5S): “il Senato voti la mozione M5S, Renzi trovi i fondi per la tutela del territorio”

E’ passato quasi un mese dall’alluvione che si è abbattuta sulle Marche, in particolare su Senigallia, provocando danni ingentissimi e la morte di due persone. L’ultimo tassello, in ordine di tempo, nella macabra mappa del dissesto idrogeologico italiano. I parlamentari marchigiani, hanno sottoscritto una lettera rivolta al Presidente del Consiglio Renzi con cui si chiede che nella prossima riunione del Consiglio dei Ministri del 30 maggio, venga riconosciuto lo stato di emergenza per i territori colpiti dall’alluvione del 3 Maggio scorso.
Da tempo il M5S denuncia l’assenza, nel nostro Paese, di una vera politica della prevenzione su larga scala, che riesca a inserire l’immediata messa in sicurezza del territorio in un progetto organico di soluzione al dissesto idrogeologico. Si tratta di una priorità non più rimandabile. Negli ultimi 80 anni in Italia si sono registrate 5.400 alluvioni e 11.000 frane, e non v’è regione o territorio che non abbia memoria di fenomeni del genere. Questo dimostra che gli eventi meteorologici così detti «straordinari» sono diventati assolutamente ordinari, e per questo parlare di emergenza risulta ancor più inaccettabile.
Per tutte queste ragioni la cittadina marchigiana portavoce al Senato Serenella Fucksia, si è spesa in prima persona presentando ben due interrogazioni e – soprattutto – una mozione, con la quale si impegna il Governo su più fronti. In generale: predisporre un programma di prevenzione ambientale mediante una normativa nazionale di messa in sicurezza del territorio. Nello specifico: provvedere al più presto a stanziare i fondi necessari per le azioni di riparazione, ripristino o ricostruzione di cui le Marche hanno bisogno.
A questo proposito la mozione Fucksia impegna il Governo – che dati i precedenti evidentemente era all’oscuro della cosa – a valutare la possibilità di attingere ai fondi messi a disposizione dalla Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa, un istituto a cui l’Italia partecipa con una quota del 16%, rientrando per questo tra i cosiddetti “grandi pagatori”. Eppure dei 28 progetti approvati nel 2012 dal consiglio di amministrazione della Banca, per un totale di quasi 2 miliardi di euro, nessuno ha riguardato l’Italia. Peraltro tra i settori di intervento della Banca rientrano espressamente i disastri ambientali ed ecologici. Assurdo.
La mozione Fucksia è stata sottoscritta dall’intero gruppo M5S al Senato, ma anche da esponenti di altri gruppi tra cui i senatori marchigiani Maria Paola Merloni e Remigio Ceroni, a riprova che davanti a eventi simili non possono esistere schieramenti di nessun tipo. Nessuna firma del PD marchigiano, nonostante proprio Serenella Fucksia abbia sottoscritto una mozione presentata successivamente alla sua in parte analoga a prima firma della senatrice PD Camilla Fabbri. Purtroppo può ancora accadere, e nel PD è palese, che prima dell’interesse comune ci sia la salvaguardia delle priorità e dell’interesse del partito.
A questo punto la domanda sorge spontanea: chi dice sempre NO? Di certo non il M5S. Il M5S dice SI o NO in base ai contenuti delle proposte e non aprioristicamente in base alla provenienza e agli schieramenti ideologici. Il PD in questo è molto più rigido, rivelando la sua struttura gerarchica ed autoconservativa tipica del vecchio partito.
Ad ogni modo il Senato, se vuole dare una risposta rapida alle Marche, può votare la mozione Fucksia, impegnando il Governo a dare un aiuto concreto a Senigallia e agli altri territori marchigiani colpiti dall’alluvione. Nelle ormai leggendarie slides, Renzi aveva promesso 1,7 miliardi di euro per la tutela del territorio. Un intervento non così straordinario, se pensiamo che per mettere in sicurezza il territorio nazionale servirebbero, valutando gli stanziamenti previsti nei vari Piani di Assetto Idrogeologico (PAI), almeno 40 miliardi. Caro Renzi, siamo ancora in attesa.
Ma Senigallia, e le Marche, non possono più permettersi di aspettare.