Addio .pizza, ma M5S aveva avvisato!

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Ricordate il caso Icann, e i nuovi domini su cui noi avevamo chiesto al Governo di vigilare? Se ne parlò moltissimo anche sui giornali: .wine, .vin, e altri nomi di grandissima importanza per la produzione italiana rischiavano di finire in mani estere.
Nessuno ha risposto, il Governo se ne è disinteressato. E per iniziare, possiamo dire “Addio .pizza
Un venditore di ciambelle americano da oggi in poi può vendere infatti i suoi dolci su un sito col dominio .pizza. È il risultato ottenuto dall’Icann, l’ente statunitense che gestisce l’assegnazione dei domini web. E così la Donuts potrà sviluppare il proprio business digitale fregandosene del made in Italy.
Cosa si nasconderà dietro la vendita di margherita.pizza a stelle e strisce? Una ciambella, un dolce qualsiasi, una simil pizza col ketchup? Non è dato saperlo.
Noi da tempo abbiamo chiesto in ogni modo al governo di attivarsi per proteggere il made in Italy presso l’Icann. Eppure dagli incontri che si sono succeduti negli ultimi mesi non è arrivato nulla di buono. Il governo neanche ci comunicava chi fosse il funzionario indicato a trattare questa materia così delicata per la nostra economia.
Se a .pizza dobbiamo dire addio, si può fare ancora qualcosa per .wine, per .vino.
Ma bisogna fare presto perché nella distrazione generale – e tra calcio e vacanze alle porte le occasioni non mancheranno – potremmo trovarci un venditore di bibite gassate che si mette a vendere online il chianti.wine.
I componenti della Commissione Agricoltura è da tempo che chiedono informazioni ai responsabili governativi, al fine di intervenire con forza, assieme ai colleghi dell’Unione al Gac, per impedire questa scellerata liberalizzazione dei domini di primo livello legati al “vino” e che all’Europa e in particolar modo all’Italia creerebbe un danno incalcolabile.
La nostra interrogazione