Democratellum vs Italicum

ital-democ.jpgDue persone, una delle quali con una condanna definitiva per frode fiscale, chiuse in un bunker contro decine di migliaia di cittadini che hanno espresso il loro parere attraverso 227.870 voti.
Una legge fatta dai partiti per i partiti, contro una legge fatta dai cittadini per i cittadini.
Sono queste le principali differenze fra il cosiddetto “Italicum” e il “Democratellum”.
GOVERNABILITA’ E RAPPRESENTATIVITA’
La legge elettorale del MoVimento 5 Stelle non prevede coalizioni che, a distanza di più di vent’anni si sono rivelate meri cartelli elettorali in cui istanze politiche eterogenee si uniscono solo per fini utilitaristici. Un matrimonio di interesse che, in realtà, non si è mai tradotto in termini di maggiore governabilità. Basti pensare a Berlusconi e alle sue ripetute maggioranze bulgare con le quali non è riuscito in pratica a fare nulla di ciò che avrebbe voluto fare. O anche a Bersani, uscito vincitore (seppure per poco) dalle scorse elezioni politiche che non ha governato neanche per un giorno. Per non parlare di Fdi, Lega e Sel, che hanno ottenuto i loro seggi grazie alle coalizioni in cui erano schierate ma da cui si sono dissociate il giorno dopo le elezioni.
Il Democratellum è una legge di tipo proporzionale ma selettiva, grazie al ricorso a collegi intermedi e ad un metodo del divisore corretto per l’attribuzione dei seggi. Più voti prende una formazione politica, più seggi ottiene e viceversa, con un effetto che tende a sovra-rappresentare le forze politiche più grandi e sotto-rappresentare le forze più piccole, consentendo loro di esistere ma diminuendone il potere ricattatorio. Con questo combinato, la soglia di sbarramento “naturale” è del 5 per cento in 33 circoscrizioni su 42, quelle che eleggono più parlamentari, mentre nelle restanti 9 circoscrizioni resta al di sotto del 5 per cento.
Tra l’altro, come spiegato in conferenza stampa, utilizzando i risultati delle scorse europee e applicandoli alla legge elettorale a cinque stelle un partito con i risultati ottenuti dal Pd avrebbe la maggioranza e potrebbe governare da solo.
Questo significa governabilità e, al tempo stesso, rappresentatività: la ridotta dimensione dei collegi assicura un più stretto legame fra eletto ed elettore così come il metodo proporzionale assicura un’ampia rappresentanza.
Al contrario, l’Italicum, prevede ancora una volta un premio di maggioranza. Se si raggiunge il 37 per cento dei voti al primo turno si ottengono in automatico 321 seggi alla Camera (l’Italicum vale solo per Montecitorio) anche se si è preso un solo voto in più rispetto alle seconda forza politica venuta fuori dalle elezioni, ma in ogni caso i seggi sono divisi fra i diversi partiti della coalizione. In caso non si raggiunga la soglia, le prime due coalizioni vanno al ballottaggio e la vincente ottiene il premio. La soglia di sbarramento varia a seconda se ci ritrova in coalizione o meno. Nel primo caso si deve ottenere il 12 per cento come coalizione e il 4,5 come singolo partito, se si corre da soli bisogna avere almeno l’8 per cento.
PULIZIA NELLE LISTE
Un’altra differenza fra i due testi riguarda la selezione degli eletti. Nella legge elettorale del MoVimento 5 Stelle tornano le preferenze con alcune novità. Si abbatte a monte clientelismo e voto di scambio, introducendo la preferenza disgiunta dal voto di lista e la possibilità di cancellare uno o due candidati dalla lista che si è votata.
Staccando la preferenza alla persona da quella alla lista può anche votare un candidato di un partito diverso da quello scelto e si limita la riconducibilità del voto. Ad esempio, se un mafioso si candida e ottiene un congruo numero di preferenze, la sua elezione è subordinata al numero di voti presi dalla sua lista. Così, il mafioso in questione può prendere un sacco di voti ma rimanere fuori dal Parlamento qualora la lista non ne abbia ottenuti abbastanza.
Con la preferenza negativa si possono escludere candidati ritenuti indegni o impresentabili: il candidato in questione viene penalizzato di un voto (diventa -1) e la stessa lista si vede sottrarre una porzione di voto (-1/10, ad esempio). Ciò induce i partiti a evitare di candidare impresentabili e quindi a fare pulizia nella loro stessa lista.
Nell’Italicum, invece, la lista è bloccata e non viene eletto il candidato che ha ottenuto più preferenze ma colui che le segreterie dei partiti avranno deciso di mettere più in alto in lista. Così i parlamentari saranno sempre costretti a seguire i dettami dei capi delle segreterie, in fin dei conti sono loro che gli hanno permesso di entrare in Parlamento, invece che seguire le indicazioni del proprio elettorato.
Guarda anche la scheda pubblicata sul quotidiano “La Stampa”