Pompei: passi in avanti e trappole
Per primo venne l’Expo. A ruota seguì il Mose. Politica e mazzette continuano a camminare a braccetto utilizzando il cavallo di troia di sempre: gli appalti, le deroghe, i super commissari.
Entrambi gli scandali hanno visto il proliferare del malaffare grazie al ricorso endemico alla politica dell’emergenza. Quando i tempi diventano ristretti e l’acqua arriva alla gola cominciano a suonare le sirene d’allarme: bisogna fare presto, non c’è più tempo! E quello è il terreno nel quale la corruzione attinge a piene mani.
Adesso, l’emergenza, riguarda Pompei. Uno straordinario patrimonio storico archeologico continuamente soggetto a cedimenti, crolli, deturpazioni attraverso progetti istituzionali, spreco di denaro pubblico e speculazioni.
Nel Decreto Art Bonus erano previste deroghe su deroghe, che altro non facevano che peggiorare la già delicata situazione del sito di Pompei. Poi Cantone ha straccionato Franceschini e, insieme ai relatori del provvedimento, è stata ripristinata una soluzione accettabile, tra cui la trasparenza della procedura negoziata e l’individuazione di un responsabile che si occupi di redigere un piano anticorruzione all’interno dell’enorme Grande Progetto Pompei.
Ci auguriamo che queste misure concorrano ad evitare di ritrovarci ancora una volta di fronte a indagini con corrotti e corruttori.
Grazie a questo lavoro, la deroga alla soglia per accedere ad una procedura negoziata passa da 3,5 milioni di euro a 1,5 milioni e verrà sempre e comunque pubblicato un bando per dare pubblicità alla trattativa . Anche l’accentramento di potere nelle mani del Responsabile Unico di Procedimento (RUP) è stato evitato e le deroghe che permettevano a questa figura di essere controllore e controllato, sono state opportunamente espunte.
Accanto a questi punti positivi, però, molti sono quelli che vanno accuratamente controllati e per cui daremo ancora battaglia in Aula. Si tratta ad esempio della sostituzione della verifica del progetto con un’attestazione di validità del Direttore Generale, ossia il supercommissario del Grande Progetto Pompei, che avrà anche la facoltà di rimuovere a sua totale discrezione il RUP.
Cantone ci mandi un grido di dolore?
Noi ne siamo certi: questo sistema non permetterà di spendere i soldi che l’UE ci ha concesso entro i termini. Sarà una grossa figuraccia tutta italiana, l’ennesima, come se non ci bastassero quelle già accumulate. Ma il MoVimento 5 Stelle si batterà per garantire la trasparenza e la legalità del GPP, impedendo con tutti i mezzi a nostra disposizione, che il fantastico sito di Pompei diventi un’ennesima mangiatoia per il malaffare e terreno di spartizione per la politica.
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