Renzi vuole il condono per chi apre impianti senza tutelare l’ambiente
Arriva il condono mirato e mascherato del governo Renzi per chi ha aperto impianti senza tutelare ambiente e salute. L’articolo 15 del Decreto Competività prevede che la Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) per centrali e impianti, ad esempio a biogas o biomasse,  potrà essere riconosciuta postuma alla loro attivazione. A denunciarlo è la cittadina al Senato M5S Serenella Fucksia, prima firmataria di un importante emendamento soppressivo sul quale ha chiesto il sostegno a tutti i colleghi del Senato.
Cosa accadrà alle centrali non sottoposte preliminarmente a VIA? Queste potrebbero continuare ad operare anche se autorizzate da una legge dichiarata costituzionalmente illegittima? E che accadrà, poi, se la VIA darà esito negativo?
Per il Movimento 5 Stelle sarebbe grave e contraddittorio se il Parlamento avallasse una norma che espone ad una simile incertezza interpretativa e ad un tale vulnus legislativo, aprendo la strada a infiniti ricorsi da parte di sindaci, comitati, e imprenditori nella difesa ognuno dei rispettivi interesse.
Tra l’altro recentemente  Joe Hennon,  portavoce   del commissario all’Ambiente uscente Janez Potočnik, ha fatto intendere che  l’entrata  in  vigore  di  una simile norma, come prevista nel decreto del governo, non aiuterà comunque al superamento della procedura di infrazione Ue esistente. Resterebbero comunque aperte le procedure 2009/2086 e 2013/2170 e in ogni caso la questione rappresenterà uno dei primi fascicoli che il prossimo commissario UE all’Ambiente dovrà affrontare.
Questa norma non risolve alcun problema anzi li aggrava e consente solo agli impianti, a cui sono state ritirate le  autorizzazioni, per intervento della magistratura, di proseguire nella loro attività, che risulta, per le caratteristiche intrinseche all’impianto stesso, un significativo impatto negativo sull’ambiente.
Tra l’altro una recente sentenza del Consiglio di Stato ha dichiarato la VIA postuma in contrasto con la consolidata giurisprudenza europea. La stessa Corte Costituzionale si  è pronunciata dichiarando l’illegittimità costituzionale della legge n. 3 del 26 marzo 2012 della Regione Marche che puntava ad una sanatoria di fatto.
Il  provvedimento  sembra  varato  su  misura  per  la  Regione  Marche dove  su  diverse  centrali a biogas pendono sentenze del TAR che ne invalidano le autorizzazioni, ma riguarda anche altre Regioni, come Umbria, Toscana e Puglia, e in generale tutto il territorio nazionale.
Non si va lontano dal vero definendo il provvedimento un “condono mirato e mascherato”, che per il suo contenuto e le ricadute pratiche si presta ad avviare lunghi contenziosi in sede giudiziaria.
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