Corruzione, il dolo politico di Pd e Fi

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Ormai è chiaro a tutti. Con il patto del Nazareno, Renzi e Berlusconi non si sono messi d’accordo solo sulla riforma del Senato – i cui membri non saranno più eletti direttamente dai cittadini (ma saranno sindaci o consiglieri regionali, magari corrotti, indagati e piazzati al Senato solo per godere dell’immunità) – e sulla legge elettorale, anch’essa studiata per poter ottenere l’elezione di nomi imposti direttamente dai partiti. Il patto, purtroppo, prevede un disegno più ampio che va a toccare le delicate maglie della giustizia.

Si comincia ad aprile: Pd e Forza Italia riducono le pene sul 416 ter ovvero il cosiddetto reato di voto di scambio politico mafioso (da 7 a 12 anni si passa a soli 4 a 10 anni). Inoltre, con la nuova disposizione voluta da Renzi e Berlusconi, l’ipotesi del reato potrebbe sussistere solo ed esclusivamente quando:
– il politico di turno sia consapevole di accettare voti mafiosi
– quando i voti siano stati procurati attraverso mezzi intimidatori tipici dell’associazione di tipo mafioso (terzo comma dell’articolo 416-bis). Il che, quindi, esclude qualsiasi scambio di voto che non comporti atti di intimidazioni o consapevolezza.

Una disposizione già bocciata dalla Cassazione (sentenza numero 36382 del 28 agosto 2014). E’, infatti, impensabile immaginare che un politico affermi che fosse consapevole di accettare voti estorti e che l’elettore “comprato” possa ammettere di aver ricevuto minacce e intimazioni dalla mafia finalizzate ad indirizzare il voto.

Solo qualche giorno fa è stato varato un vero e proprio condono fiscale e penale per il rientro dei capitali illeciti detenuti all’estero. In sostanza l’evasore che ha commesso anche illeciti tributari e fiscali, sia sul territorio italiano che estero, e che detiene ingenti capitali nei paradisi fiscali può, dopo aver corrisposto le imposte evase e a fronte di una irrisoria sanzione pari al 10% del capitale, evitare di essere penalmente punito per i delitti precedentemente commessi e che hanno originato il denaro sporco, e soprattutto evitare di essere punito anche per autoriciclaggio.

All’interno del condono fiscale sul rientro dei capitali detenuti all’estero, infatti, è stata inserita la nuova disposizione sull’autoriciclaggio: una norma del tutto inefficiente, visto che prevede la punibilità solo quando l’autore del reato impieghi denaro sporco in attività economiche o speculative con il chiaro intento di ostacolare “concretamente l’identificazione della provenienza illecita del denaro da riciclare. La norma prevede, altresì, la non punibilità della condotta qualora il denaro o i beni vengano destinati alla mera utilizzazione o al godimento personale

Quindi se con i soldi illeciti (derivanti da precedenti reati) compri una villa, una macchina, un immobile, in sostanza non commetti reato. Inoltre, gli effetti punitivi della nuova norma scatterebbero solo quando per il reato originario che ha prodotto i soldi sporchi da riciclare, sia prevista una pena superiore a 5 anni. Questo determina, dunque, che sono esclusi dalla punibilità dell’autoriciclaggio i reati per i quali è prevista una pena inferiore, cioè appropriazione indebita, elusione fiscale, truffa, che al massimo arrivano a prevedere una reclusione di 3 anni.

Non paghi, hanno introdotto (legge delega n. 67/2014) misure alternative al carcere: si prevede che possa scattare l’archiviazione per tenuità del fatto per tutti i reati sanzionati con una pena detentiva non superiore nel massimo a 5 anni o con una sanzione pecuniaria, prevista da sola o in aggiunta al carcere. Sono ricompresi alcuni reati contro il patrimonio, come furto semplice (borseggi, scippi, autovetture rubate, ecc.), danneggiamento, truffa, ma anche violenza privata o minaccia per costringere a commettere un reato. Per cui niente galera per chi commette furto, danneggiamento, truffa e violenza privata.

Perfino con lo Sblocca Italia hanno approvato norme sugli appalti che, secondo diverse associazioni, aumentano le possibilità di corruzione. Specie se si considera il vuoto normativo n materia di anticorruzione, consistente, altresì, nella mancata reintroduzione del falso in bilancio e sulla mancata adozione di norme tese alla sospensione o all’aumento dei termini di prescrizione.

Mentre l’Italia è diventato il paese più corrotto d’Europa, PD e FI non fanno altro che varare norme che favoriscono corruzione e infiltrazioni mafiose, all’interno di un Patto caratterizzato da un evidente Dolo Politico. Per questo nessuno crede alle parole di Renzi che oggi, per parare il colpo dell’inchiesta romana che ha travolto anche il suo partito, promette pene più dure e prescrizione più lunga. Il Premier arriva fuori tempo massimo! Se voleva davvero combattere la corruzione avrebbe dovuto permettere al Parlamento di votare le norme anticorruzione e sul falso in bilancio che il M5S da maggio ha presentato in Senato. Invece lo ha impedito, preferendo premere l’acceleratore su norme che facevano comodo a lui e al suo sodale Berlusconi.

M5S Camera e Senato