Ilva, M5S: “Gnudi ammette: nessun piano industriale. Legge violata”

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Non esiste alcun piano industriale per l’Ilva. Lo ha ammesso a una domanda del M5S il commissario straordinario dell’Ilva Piero Gnudi in audizione nelle Commissioni Ambiente e Attività produttive riunite. Incalzato dai deputati pentastellati ha precisato: “Esistono dei piani, uno, due, in bozza, ma poi il Consiglio dei Ministri li ha rifiutati perché non volevamo ingessare, vincolare l’azienda in vista di eventuali acquirenti”.
“Apprendiamo – dicono i deputati M5S delle due Commissioni – che avete deliberatamente scelto di non rispettar il decreto istitutivo del commissariamento dato che prevedeva, immediatamente dopo il piano ambientale, quello industriale. Con quali prerogative si sceglie di non rispettare una legge?”.
Un’audizione, quella del Commissario, che lascia sul tavolo solo domande, senza risposte.
“Ci raccontano di un’azienda efficiente ma poi ci raccontano che per problemi manutentivi gli impianti oggi hanno problemi seri di continuità produttiva vedasi incidente al blocco della centrale elettrica di luglio. Manca un piano manutentivo reale, ne hanno uno ipotetico ma mancano i soldi. L’Eni con la presidente Marcegaglia gli sta intimando di pagare le bollette del gas pretendendo una fideiussione di 240 milioni euro per inaffidabilità del cliente: caso vuole che, secondo la stampa, la Marcegaglia imprenditrice sia interessata alla good company lasciando una bad company allo Stato che non riuscirà mai a realizzare le bonifiche ambientali richieste. Addirittura secondo il Commissario non ci sono i soldi per gli stipendi, già per quelli di gennaio. Il commissario è preoccupato perchè con queste premesse nessun privato comprerà l’Ilva. Ergo: servono soldi. Non una parola su ambiente e salute: ancora un’altra deroga ai compiti stabiliti per il commissario dalla legge costitutiva”.
“Vorremmo sapere – ha chiesto il deputato M5S Diego De Lorenzis – cosa è stato realizzato dal punto di vista ambientale. Sono passati 18 mesi dal commissariamento e ad oggi ci sono ancora 30 morti l’anno. Gnudi parla di impianto strategico eppure importiamo il 40% dell’acciaio. È stato detto che bisognava tenere lo stabilimento aperto per consentire di trovare i fondi, ma dopo 18 mesi non riuscite neanche a ottenere una fidejussione bancaria per garantirne il funzionamento minimo. La sensazione è che vogliate tenere aperto l’impianto solo per traghettarlo verso acquirenti privati internazionali”.