La Boschi commissiona uno studio (postumo…) sulle riforme
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Leggi elettorali, forme di governo, le cosiddette “riforme” del governo Renzi sono alle Camere già in seconda lettura. Un pezzo avanti, come suol dirsi.
Ma mentre l’intero Parlamento è solerte al lavoro e sollecitato ad approvare tutto di corsa, nel frattempo il governo commissiona all’Università uno studio su “Ordinamento di alcuni Paesi europei ed extra-europei in materia di sistema elettorale, forma di governo e forma di stato”.
Uno di quei ponderosi studi che servono appunto nelle fasi preparatorie di una riforma: ma in questo caso, invece, l’appalto relativo viene indetto a metà novembre (mentre le riforme sono già in Commissione), e aggiudicato a metà dicembre quando Renzi già annunciava urbi et orbi le riforme in dirittura d’arrivo. Non solo: la data di scadenza per la consegna è il prossimo autunno quando, a sentire il premier, il nostro Paese sarà già stato rivoltato come un calzino dalle sue pregiatissime riforme!
A cosa servirà allora tale lavoro, fornito dall’Università La Sapienza? Perché sono stati buttati altri 63 mila euro?
Mistero. E come in tutti i misteri, le illazioni si sprecano: forse sarà uno studio postumo ad imperitura memoria di come si sarebbe dovuta fare una riforma decente; o forse la ministra Boschi, il cui Dipartimento ha commissionato il lavoro, non si fida della propria preparazione e si è rimandata a settembre da sola. Chissà.
Consigliamo allora alla Boschi di affidare ai professori un altro studio, stavolta sul pressapochismo in politica. L’unico problema… è che arriverà in ritardo anche quello.
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