Un uragano di tasse in arrivo: Iva e carburante alle stelle

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Questi i fatti: il Governo Renzi annuncia nel settembre scorso una manovra finanziaria rivoluzionaria, espansiva e anti-tasse. Nei due mesi successivi la legge di stabilità si rivela un’altra promessa non mantenuta: zero investimenti, tagli di tasse ridicoli e finanziati con tagli lineari agli Enti locali, e quindi a scuola, sanità, trasporto pubblico.
C’è di più. L’Europa dell’euro e del rigore a fine ottobre chiede uno sforzo maggiore, e Renzi si piega a ridurre il rapporto deficit/Pil di altri 4,5 miliardi, dal 2,9% al 2,6%. A garanzia di questa promessa sono previste altre tasse, le cosiddette clausole di salvaguardia: se il Governo nel 2015-2018 non riuscirà a rispettare i vincoli di bilancio potrà aumentare le accise sui carburanti e l’Iva per un totale di 53 miliardi in tre anni. Un assalto al benessere degli italiani e alla più elementare logica economica.
Oggi arriva l’attesa notizia: Commissione Europea e Bce, ovvero un manipolo di burocrati non eletti, stanno per bocciare due dei meccanismi che Renzi aveva varato per guadagnare risorse dall’evasione fiscale. Cosa significa? Che se verrà davvero bocciato il reverse charge l’Italia dovrà aumentare le accise già da luglio per 730 milioni. Se il veto europeo si estenderà anche allo split payment, le nuove tasse ammonteranno addirittura a 1,7 miliardi di euro nel solo 2015. E mentre il prezzo del greggio cala, gli italiani strozzati dalla folle austerità dovranno pagare col sangue per fare il pieno al distributore.
Secondo le stime di Federconsumatori se tutte le clausole di salvaguardia (Iva ordinaria e agevolata + accise) scatteranno nel corso dei prossimi tre anni, il costo medio delle famiglie salirà gradualmente fino a +2200 euro annui nel 2018. Questo produrrebbe un ulteriore crollo della domanda interna, dell’occupazione e del gettito fiscale in un rincorrersi di nuove tasse al fine di coprire i buchi prodotti da quelle precedenti.
Il M5S non si chinerebbe mai a diktat europei che aggravano la già tragica situazione sociale e stravolgono il dettato costituzionale. Prima di qualche fallimentare principio contabile vengono la solidarietà sociale, il lavoro e lo sviluppo, che Renzi sta insultando ogni giorno che passa.
Fuori dall’euro e dalla gabbia dell’austerità, prima che sia troppo tardi.