Un governo succube delle agenzie di rating

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I potentati finanziari contano più del benessere dei cittadini. E’ questa la stella polare che guida l’azione del governo Renzi e ogni giorno che passa ne siamo sempre più convinti. Stavolta, però, il ministero dell’Economia l’ha fatta davvero grossa e gli italiani rischiano di pagarne conseguenze gravissime.
Avete presente l’inchiesta dei magistrati di Trani che vede nel mirino le agenzie di rating Standard&Poor’s e Fitch per le manipolazioni sul giudizio del merito creditorio italiano tra il 2011 e il 2012? Allora lo spread impazzì, cadde un governo, la sostenibilità del nostro debito apparve a rischio e gli interessi schizzarono alle stelle.
Adesso siamo arrivati al processo e, clamorosamente, il ministero di Padoan non si è costituito parte civile, rinunciando a un possibile risarcimento (vista la probabile condanna che toccherà ai signori del rating) di svariate decine di miliardi.
La Procura della Corte dei Conti, infatti, ha già quantificato in 120 miliardi i danni complessivi derivanti dalla presunta condotta illecita delle agenzie di rating. Dunque, il M5S è sconcertato dalla mancata presa di posizione del Tesoro. Tra l’altro il dicastero di Padoan rischia, in caso di condanna, di rispondere di danno erariale nei confronti dei cittadini, dello Stato stesso. E si tratterebbe di cifre a dir poco esose.
Ricordiamo che Standard & Poor’s ha da poco risarcito gli Stati Uniti con circa 1,5 miliardi di dollari a seguito di un patteggiamento per la crisi dei mutui sub-prime.
Considerata la gravità e presumibile fondatezza dell’accusa da parte dei magistrati di Trani, ci piacerebbe capire le motivazioni di questa scelta da parte del ministero dell’Economia. Siamo di fronte all’ennesimo gesto di subalternità del nostro governo rispetto ai signori della finanza internazionale?
Il M5S ha già depositato interrogazioni parlamentari in merito e chiederà anche a Palazzo Chigi, attraverso un’interpellanza, di risponderne in aula al più presto.




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