La farsa del governo Renzi davanti alla corruzione che avanza

renzi_orlando.jpg Da una parte c’è la Corte dei Conti che oggi, alla presenza del Presidente della Repubblica, afferma che “crisi economica e corruzione procedono di pari passo, in un circolo vizioso, nel quale l’una è causa ed effetto dell’altra”. E ricorda che “l’illegalità ha effetti devastanti sull’attività di impresa e quindi sulla crescita” e che “il perdurare a lungo di condizioni di bassa crescita, se non di stagnazione, oltre a moltiplicare le difficoltà di gestione del bilancio pubblico e quindi di implementazione degli interventi necessari per affrontare la crisi, predispone un terreno favorevole a fenomeni di mala gestio e di corruzione”.
Parole che si associano a quanto già indicato nella Relazione Ufficiale del 2012 secondo la quale se “l’evasione italiana dal 1970 fosse stata pari al livello statunitense, il debito pubblico sarebbe stato, dopo venti anni, molto più basso (76% del Pil invece di 108%) e l’aggiustamento fiscale necessario per riequilibrare la finanza pubblica molto meno impegnativo”. Dunque, secondo la Corte dei Conti, la corruzione ha effetti devastanti sulle imprese e sull’economia del nostro Paese e conseguentemente lo Stato ha l’obbligo di intervenire con assoluta priorità.
Dall’altra parte abbiamo il Governo che ad oggi ha solo affrontato la lotta alla corruzione tramite annunci e slogan elettorali, alla faccia dell’annuncio di quella repressione durissima sui cui Renzi ha accaparrato voti. Ed infatti in materia di evasione e frode fiscale il Governo Renzi ha inserito la soglia di non punibilità del 3% che consente (tranquillamente) evasioni per importi da capogiro. Di milioni e milioni di euro per intenderci. Senza essere puniti. Ricorderete il 19 bis inserito la notte del 24 dicembre, vero? Grazie a tale norma chi fino ad oggi ha evaso potrà salvarsi, chi non ha mai evaso potrà iniziare a evadere, mentre chi ha sempre evaso continuerà a farlo indisturbato.
Prima ancora, il Governo aveva introdotto un finto reato di autoriciclaggio nell’ambito del rientro dei capitali detenuti all’estero. La norma voluta da Renzi non ha alcuna funzione deterrente. Infatti se il denaro proveniente da precedenti reati viene destinato all’uso o al godimento personale, ovvero per acquistare ville, appartamenti e auto, il reato di autoriciclaggio non sussiste. Insomma, un altro grande regalo per le Mafie.
Sul falso in bilancio il Governo ha dato il meglio di sè depositando un emendamento (il n. 7.1000) al “pacchetto anti-corruzione” in esame al Senato che ha copiato (pari pari) le stesse soglie di non punibilità già introdotte dal governo Berlusconi nel 2002 e che hanno di fatto, da allora, svuotato completamente la portata punitiva della norma (art. 2621 c.c.). In sostanza non sono punibili le falsificazioni o omissioni dei bilanci delle società nei casi in cui vi sia una variazione del risultato economico di esercizio, al lordo delle imposte, non superiore al 5% o una variazione del patrimonio netto non superiore all’1%.
Anche in questo caso, soglie (apparentemente) di lieve entità che, rapportate al volume reddituale, consentiranno alle grandi società (quelle con redditi enormi) o alle grandi Banche (anche estere che si accingono a divorare le Popolari date in pasto da Renzi) di costituire tranquillamente fondi neri destinati ad alimentare corruzione, tangenti e finanziamenti illeciti ai partiti.
Infine, ci sono i 112 reati penali (tra i quali l’abuso d’ufficio, l’appropriazione indebita, false informazioni, frodi, ecc.) ridotti a semplici sanzioni amministrative dal Governo Renzi qualora ritenuti dal Giudice per le indagini preliminari di particolare tenuità o commessi nell’ambito di un comportamento non abituale. Dunque, corruzione, evasione, frode, autoriciclaggio, falso in bilancio, abuso d’ufficio ecc., che, nel nostro Paese, continuano a non trovare la parola fine.
Solo annunci e attese. Come quello del Ministro Orlando che, preso emotivamente dal finto scricchiolio del Patto del Nazareno, alcuni giorni fa riferiva ai giornali che il falso in bilancio sarebbe stato cambiato in Commissione Giustizia al Senato mediante l’estensione della punibilità. Ad oggi nessun documento scritto è stato presentato dal Governo. E bisognerà attendere il Consiglio dei Ministri del 20 febbraio per conoscere le sorti della soglia del 3% in materia di evasione frode fiscale.
La solita farsa del Governo Renzi. Questa volta sotto i tuoni della Corte dei Conti e alla presenza del nuovo Capo dello Stato.