Povertà e Troika: all’Italia serve il reddito di cittadinanza, #fuoridalleuro

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Domani è la “giornata mondiale per la giustizia sociale” e Actionaid rileva che solo lo 0,8% degli atti parlamentari è dedicato alla povertà.
Il M5S, di certo, è sopra la media, anche perché da oltre un anno e mezzo insiste per l’introduzione di un reddito di cittadinanza, proposta che è riuscito a far incardinare al Senato in commissione Lavoro e che è attualmente in corso di esame.
Un reddito contro la povertà è ad oggi irrinunciabile, soprattutto se agisce anche dal lato del lavoro grazie al rafforzamento delle politiche attive per l’occupazione, come nella proposta M5S.
Ormai, in Italia, ci stiamo abituando come nulla fosse ad una lista infinita di ”bollettini di guerra”. Disoccupazione, tagli alla sanità, declino dell’istruzione, decrescita infelice e non ultima, povertà.
Il rapporto “Noi Italia” dell’Istat riferito al 2013 segnala una sofferenza diffusa a livello famigliare: il 23,4% delle famiglie “vive una situazione di disagio economico”. Si tratta di 14,6 milioni di individui.
A questa impietosa fotografia del declino italiano si aggiungono i dati Caritas, che allargano la tragedia sociale ad altri 6 Paesi Ue: Portogallo, Spagna, Grecia, Irlanda, Romania e Cipro, tutti invischiati nei ricatti finanziari della Troika. In queste realtà nazionali 1 persona su 3 (31%) è a rischio povertà, mentre in Italia la percentuale è solo di poco più bassa (28,4%, più di una persona su 4).
Per Renzi, però, “le famiglie italiane si stanno arricchendo!”.
La verità è ormai sotto gli occhi di chi vuole vederla: l’euro e l’austerità, strettamente legati, stanno massacrando il Sud Europa per tutelare gli interessi dei creditori. I debiti pubblici e privati, in gran parte illegittimi, si stanno stringendo al collo dei cittadini europei. La tragedia greca è solo il più evidente esempio di quanto può essere irrazionale e disumana la voracità di un’economia slegata dal controllo politico.
Se è evidente che un’Europa federale non è possibile, e in queste condizione nemmeno auspicabile, i Paesi del sud devono porre come priorità comune l’uscita dall’euro e subito dopo implementare quel vero e proprio piano di lavoro e dignità sociale che è il reddito di cittadinanza. Prima che il cappio strangoli definitivamente gli ostaggi.
Il M5S fissa le priorità: fuori dall’euro e reddito di cittadinanza.