Sulla prescrizione Pd e governo hanno solo scherzato
Sia al Senato che alla Camera si discute di prescrizione ed in entrambi i rami del Parlamento il governo dimostra di non avere nessuna intenzione di dare a questo Paese gli strumenti per combattere concretamente la piaga della corruzione.
Partiamo dal Senato. Oggi in Commissione Giustizia, dove si stanno discutendo gli emendamenti sul ddl anticorruzione a prima firma Pietro Grasso, i parlamentari del Pd prima hanno presentato due emendamenti (il n. 1.15 ed il n. 1.16) che prevedevano la sospensione della prescrizione dopo il rinvio a giudizio e la sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado e poi li hanno ritirati. Quando il M5S ha deciso di far propri quegli stessi emendamenti e di metterli in votazione, il Pd paradossalmente li ha bocciati. In sostanza il PD è riuscito nell’impresa di smentire se stesso. Incredibile, ma vero.
Stesso copione alla Camera, dove è il Governo ad andare contro il suo stesso partito. Il testo base presentato in Commissione dai relatori di maggioranza, infatti, prevedeva un timido miglioramento sulla prescrizione. Gli emendamenti presentati dal Governo, invece, fanno ritornare indietro le lancette dell’orologio al 2005, alle famose leggi salva Berlusconi, quando con la legge denominata Ex Cirielli si è cercato di fare tabula rasa di tutti i processi penali sui reati contro la pubblica amministrazione e sui reati societari, ovvero il falso in bilancio.
Il Movimento 5 Stella ha sempre sostenuto che la vera lotta alla corruzione passa dalla cessazione o sospensione della prescrizione dal momento del rinvio a giudizio (dove si suppone che ci siano già ampie prove contro i responsabili) o quantomeno dalla sentenza di primo grado che ha ritenuto responsabile un soggetto, condannandolo.
Prevedere la sospensione dei termini di prescrizione significa: i) garantire il regolare decorso dei processi, ii) garantire la certezza della pena, iii) arrivare a condannare i responsabili dei reati di corruzione, concussione, etc.
In Italia, infatti, molti responsabili di illeciti penali che sottraggono denaro destinato alla collettività giungono ad una facile assoluzione non per mancanza del reato, o perchè non l’abbiano commesso, ma semplicemente perchè il reato viene ritenuto prescritto dalla legge. Da qui i tanti processi dichiarati decaduti e i costi (ingenti) che restano a carico di tutti i cittadini, che subiscono una doppia beffa.
Il governo non ha nessuna voglia di cambiare rotta e gli appelli per una vera lotta alla corruzione, sia di Cantone prima che del Capo dello Stato dopo, continuano a rimanere lettera morta.
M5S Parlamento