Taddei fa propaganda sulla pelle dei poveri, vergogna!

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Il M5S ha presentato una proposta di legge sul reddito di cittadinanza per quasi 10 milioni di italiani, con coperture economiche chiare e certe. Ora però i democratici dovranno spiegare come mai la prima proposta concreta per aiutare economicamente le famiglie in difficoltà porta la firma di un Movimento entrato in Parlamento solo due anni fa, mentre il Pd, che in questi palazzi ci sguazza da sempre, non ha mai fatto nulla.
Per togliersi dall’imbarazzo, è stato sguinzagliato il responsabile economico del partito, Filippo Taddei. Dalle sue parole si capisce che:
1) siccome il Pd e il governo Renzi non hanno saputo fare una legge sul reddito di cittadinanza, allora non deve farla nessun’altro;
2) per il Pd e per il governo vengono prima gli investitori stranieri e poi le famiglia italiane sempre più povere.
Taddei ha gettato fango su una proposta del M5S pur di mettere i bastoni tra le ruote a un provvedimento che potrebbe raccogliere in Parlamento il consenso di molti.
Taddei parla di propaganda, ma dov’era quando il suo governo dava i famosi 80 euro in busta paga, utili solo a vincere le elezioni e non a rilanciare i consumi? Non è forse questa la vera propaganda? Se il reddito di cittadinanza è propaganda, allora è propaganda anche quella fatta in Francia, o in Germania, o in Olanda, o nel resto dei Paesi europei, fatta eccezione per la Grecia e l’Ungheria, le uniche a non avere una misura assimilabile al reddito di cittadinanza.
La nostra proposta per il reddito di cittadinanza costa all’incirca 15 miliardi di euro: se Renzi per vincere le elezioni con il trucco degli 80 euro ne ha trovati 10, allora il Parlamento tutto ha l’obbligo morale di trovare anche quelli necessari a combattere la povertà delle famiglie italiane.
Le nostre coperture finanziarie – che Taddei reputa ‘sbagliatissime’ – sono state ritenute ammissibili dalla Commissione Bilancio del Senato in sedi di esame della Legge di Stabilità. Se Taddei non fosse intellettualmente disonesto, saprebbe che in Commissione si può discutere e si può arrivare ad un accordo tra le varie forze politiche anche sulle coperture. Noi siamo disposti a farlo, perchè la nostra priorità sono i cittadini e non gli investitori stranieri che ha a cuore Taddei.
La verità è che Taddei, l’economista a cui il Miur negò persino l’abilitazione a docente, piega le sue idee in base all’opportunità del momento. Quando era consigliere economico di Pippo Civati gli faceva comodo sostenere la necessità di un reddito minimo garantito; oggi che è salito di grado, diventando uno dei lacchè di Renzi, cambia velocemente idea.
Se il Pd vuole ridare speranza agli italiani, si smarchi da Taddei, che con le sue dichiarazioni pensava di dare uno schiaffo al M5S e invece lo ha dato soltanto ai tanti cittadini a rischio povertà.