IL DDL anticorruzione di Grasso smantellato dal suo stesso Governo

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Maggioranza e Governo hanno tenuto nel cassetto il ddl Grasso (anti-corruzione), per oltre 2 anni giusto per avere il tempo necessario di poterlo smantellare totalmente.
Ed infatti:
1 Scambio elettorale politico mafioso: é il primo punto del ddl Grasso . Prevedeva la riforma dell’art. 416 ter con pene che andavano da 7 a 12 anni. Il governo, invece, ha ridotte le pene per questo gravissimo reato, portate a 4 anni nel minimo sino a 10 nel massimo con una riduzione del 42%. Inoltre il Governo ha voluto escludere il reato qualora non venga provato (prova quasi impossibile, se non con la confessione..) che le modalità di procacciamento di voto , in cambio di controprestazioni, siano avvenute con atti intimidatori tipici mafiosi.
2 Autoriciclaggio: il ddl Grasso prevedeva una equiparazione tra la fattispecie del riciclaggio a quella dell’auto­riciclaggio. Era quindi una proposta molto efficace per contrastare quest’ultimo reato. Le pene previste erano da 4 a 12 anni. Il Governo invece ha previsto pene che vanno da 2 a 8 anni e ha previsto, altresì, che il reato di autoriciclaggio non sussista qualora il denaro proveniente da precedenti reati venga destinato alla mera utilizzazione o al godimento personale . Tutto a vantaggio di riciclatori e corrotti che potranno continuare a godere del denaro sporco.
3 Agente sotto copertura: il ddl Grasso introduceva uno strumento molto efficace per le indagini in relazione ai reati di riciclaggio ed autoriciclaggio, ovverosia la possibilità di effettuare operazioni sotto copertura. Il M5S ha presentato in Commissione Giustizia al Senato un emendamento che prevedeva proprio questa possibilità (tramite l’ agente provocatore prima e l’ agente infiltrato dopo) per le indagini relative a tutti i reati corruttivi. Emendamento bocciato in Commissione da Governo e maggioranza, che ancora una volta ha sconfessato il ddl Grasso.
4 Falso in bilancio: il ddl Grasso abroga di sana pianta (senza se e senza ma) le soglie di non punibilità che, tuttavia, il governo ha cercato di reintrodurre (con un proprio emendamento precedente all’attuale). Inoltre l’ultimo emendamento del Governo sul falso in bilancio prevede aspetti non previsti dal ddl Grasso, come le circostanze attenuanti per fatto di lieve entità e per la non abitualità della condotta, definite in base alle dimensioni delle società. In sostanza lo stesso principio delle soglie di non punibilità. Ed infatti ci saranno falsi in bilancio di milioni di euro che potranno essere ritenuti tenui in proporzione al fatturato ed alle dimensioni delle società, mentre falsi in bilancio di poche migliaia di euro che magari saranno penalmente puniti, sempre in proporzione al fatturato. Oltre al fatto che il Governo ha voluto escludere l’uso delle intercettazioni per tale fattispecie di reato.
5 Corruzione tra privati: il ddl Grasso prevedeva una trasformazione della natura del reato in reato di pericolo con conseguente anticipazione della tutela ed eliminazione della punibilità a querela a modifica dell’attuale art. 2635 c.c.. L’emendamento del M5S che sostanzialmente proponeva la stessa cosa é stato tuttavia bocciato in commissione dalla Maggioranza.
6 Interdizione e incapacità perpetua per politici corrotti (DASPO): su questo provvedimento è stato lo stesso Renzi ad esprimersi favorevolmente con diverse sue dichiarazioni. Peccato però che il giorno 04.03.15 il suo PD ha bocciato in Commissione Giustizia al Senato l’emendamento m5s (3.1001) che prevedeva l’interdizione e l’incapacità a contrattare con la PA per i politici corrotti e condannati per corruzione.
7 Misure cautelari: anche in questo caso il Governo Renzi ha bocciato in commissione in data 09.02.15 gli emendamenti del m5s che rendevano automatica la presunzione di idoneita’ della misura cautelare del carcere (limitando la liberta’ personale e la disponibilita’ dei beni) nel caso dei seguenti gravi reati: i) scambio elettorale politico mafioso; ii) corruzione e iii) reati contro la pubblica amministrazione.
Il tempo passa, la corruzione dilaga ed il Governo responsabilmente, dolosamente ed in totale malafede boccia le norme e ritarda ancora l’esame in Aula della legge di almeno altri 15 giorni. Non bastano gli scandali di corruzione in cui il Governo è coinvolto per accelerare l’approvazione della legge anticorruzione. Anzi è proprio questa la ragione che spinge il PD e la Maggioranza ed in primis FI a temporeggiare.
D’altronde, approvare una seria legge sull’anticorruzione sarebbe come colpire se stessi.