Politici corrotti intoccabili per la Maggioranza

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Altro che contrastare il fenomeno della corruzione e allontanare definitivamente dalla Pubblica Amministrazione tutti coloro che sono stati condannati per reati di corruzione, concussione, peculato, ecc. Siamo solo al primo giorno di votazione in Aula al Senato del ddl sull’anticorruzione e già le intenzioni del Governo e della Maggioranza sono piuttosto chiare: ovvero quelle di non voler introdurre misure efficaci a contrastare il fenomeno della corruzione.
Ed infatti, prima hanno bocciando l’emendamento del Movimento 5 Stelle (il n. 1.306) che prevedeva il DASPO per i condannati per corruzione. Questa era una misura idonea ed efficace per allontanare definitivamente dalla cosa pubblica tutti coloro, politici inclusi, che siano stati condannati per reati di corruzione, concussione, peculato, abuso d’ufficio. Una misura fortemente invocata dallo stesso Renzi nel maggio 2014, ma che è stata bocciata dalla sua stessa maggioranza.
Poi, non contenti, PD e Maggioranza hanno dato il “meglio” di sè, arrivando addirittura a bocciare i loro stessi emendamenti (in particolare il n. 1.308), fatto proprio dal M5S, che prevedeva la definitiva estinzione del rapporto di lavoro per i dipendenti pubblici corrotti. Da un lato, dunque, il Governo elimina d’un colpo l’art. 18 per i lavoratori, mentre dall’altro mantiene intatte le tutele per i dipendenti pubblici condannati per corruzione.
Infine, bocciato anche l’emendamento del M5S (il n. 1.336) che mirava ad introdurre un conflitto di interessi tra corrotto e corruttore. Emendamento peraltro tratto proprio dal ddl Grasso (il n. 19) e sottoscritto perfino da Zanda (PD).
Siamo alla solita farsa. Il PD predica bene ma come sempre al momento del voto si tira indietro.
Per Renzi l’unica cosa che conta davvero è quella di mantenere la stabilità del proprio Governo. La lotta alla corruzione viene molto dopo.