Scuole e governo: spot, hashtag, slide, e poi la realtà gli crolla addosso

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Gli spot in genere durano 30 secondi, ma quelli di Renzi sulla scuola sono durati anche troppo. La realtà gli crolla addosso, come il soffitto della scuola elementare Pessina di Ostuni, che oggi ci ha risvegliato alla drammatica incuria e mancanza di sicurezza dei nostri istituti.
Non è possibile continuare ad affidarci alla fortuna, quando si tratta di bambini. C’è bisogno di risposte serie e soprattutto di investimenti massicci, che questo governo non garantisce. I 40 milioni di euro che il governo intende investire per le ispezioni di tutti i solai e controsoffitti degli istituti sono solo una goccia nel mare. Il sottosegretario Faraone annuncia che chi ha sbagliato dovrà pagare, ma è tutta la propaganda che ci è stata inflitta lo sbaglio peggiore. “La buona scuola”, “la scuola sicura”, le “scuole belle”, slogan buoni per fare hashtag su Twitter ma di contenuto zero.
Questi i fatti: in Italia 24 mila strutture scolastiche possiedono impianti idraulici, termici, elettrici non funzionanti e 3.600 necessitano di interventi su strutture portanti. Il 32,5% delle scuole necessita di interventi di manutenzione urgente. Il 41,2% si trova in aree a rischio sismico ma solo il 22,2% degli edifici scolastici ha effettuato la verifica di vulnerabilita’. Il 9,8% degli edifici si trova in aree a rischio idrogeologico e l’8,4% e’ esposto a rischio vulcanico.
Che vogliamo fare? Altri hashtag, altre slide?
Macché. Tutto ciò merita una Proposta di Legge seria sull’edilizia scolastica come quella presentata dal M5S (e che potete discutere su Lex), che prevede un finanziamento di 591 milioni all’anno, rinnovabile di triennio in triennio, da investire prioritariamente per la costruzione ed completamento degli edifici scolastici, ristrutturazioni e manutenzione straordinaria, adeguamento degli edifici alle norme vigenti in materia di agibilità, sicurezza ed igiene, eliminazione delle barriere architettoniche.
Lo spot è finito, la realtà è arrivata, è ora di piantarla con gli hashtag. Sistemiamo, e bene, le scuole.