Non solo TTIP. Per il TISA il grande capitale muove i fili della marionetta Renzi

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Il grande capitale transnazionale mette le mani sui diritti e sulle tutele dei cittadini. Le oligarchie finanziarie badano solo alla propria sopravvivenza, e non imparano le lezioni della crisi globale.
La recessione ci ha insegnato come “il mercato si regola da solo” sia solo una frottola, che le diseguaglianze allontanano la crescita e che le riforme sono inutili in una crisi di domanda.
Malgrado la glaciazione economica partita nel 2008 abbia mandato chiari messaggi, rovesciando i paradigmi del cosiddetto “Washington Consensus”, gli accordi di deregulation continuano a fiorire, approfittando della scarsa consapevolezza delle opinioni pubbliche. Ignoranza in cui, sia chiaro, siamo tenuti appositamente.
Malgrado ciò, molti cittadini hanno sentito parlare del trattato TTIP. Ma poche persone ancora conoscono il Tisa (Trade in services agreement), in pratica un’intesa internazionale di scambio sui servizi tra una cinquantina di potenze mondiali. Lavoro, trasporti, sanità, banche, ricerca, finanza, rifiuti, tlc, costruzioni. Senza dimenticare ogni genere di prestazione professionale.
Un accordo immenso, il Tisa, eppure mantenuto nascosto. Nessuno ne sapeva nulla finché le bozze degli accordi non sono trapelate su Wikileaks: pensate, c’è voluto Wikileaks per farlo sapere al mondo! Ora che abbiamo i dettagli, ci diventa improvvisamente chiara la fonte di ispirazione delle riforme che il governo Renzi sta portando avanti: lui muove i fili del Parlamento italiano, ma i suoi fili sono mossi dai satrapi del grande capitale.
Tra i documenti del Tisa, ad esempio, salta agli occhi quello dedicato al trasporto aereo, che tratteggia un’ulteriore liberalizzazione di servizi cruciali come manutenzione, riparazione dei velivoli e servizi negli scali. A voi immaginare come tutto ciò rischi di abbassare ulteriormente i livelli di sicurezza in nome del dio profitto.
Non parliamo poi del far west che rischia di scatenarsi dalla competizione al ribasso tra professionisti dei vari Paesi interessati. Ancora “risparmio” a spese della sicurezza. Ma gli esempi potrebbero continuare.
Lo scenario è quello di un’ulteriore compressione dei diritti in nome dell’ottimizzazione dell’offerta. Il M5S non ci sta e già dal luglio scorso, con un’interrogazione a prima firma Daniele Pesco, ha chiesto di vederci chiaro.
L’articolo 3 della nostra Costituzione infatti dispone che “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Accordi segreti come il Tisa di fatto ostacolerebbero e limiterebbero lo sviluppo personale in parità di condizioni economico-sociali, favorendo proprio quei soggetti a conoscenza dell’esistenza di questi accordi e delle relative modalità operative. Insomma: questa roba è anticostituzionale, forse è per questo che la firmano in segreto.
Il M5S non molla la presa. I cittadini possono difendersi soltanto se sono consapevoli. Noi ci facciamo ancora una volta loro scudo.