Immigrazione: a Mineo denunciavamo parentopoli da tempo

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ROMA, 20 luglio 2015 – “In attesa che la giustizia faccia il suo corso, i cinque nuovi avvisi di garanzia inviati dalla procura di Caltanissetta per istigazione alla corruzione e corruzione in atti d’ufficio, confermano che a Mineo l’immigrazione era un business che aveva attivato una rete diffusa di corruzione. Una degenerazione che noi avevamo già riscontrato e denunciato, attraverso un’interrogazione presentata il 25 marzo 2015 e scrivendo, il giorno dopo, una Lettera all’Anac.

Così i deputati nella Commissione Parlamentare d’Inchiesta sui Cie-Cara.

“In particolare, all’Autorità chiedevamo di intervenire ‘in merito alla trasparenza nella gestione amministrativa, soprattutto relativamente alle assunzioni, del Cara di Mineo’ dal momento che, in base a fonti giornalistiche, il ‘Centro avrebbe generato quasi un migliaio di posti di lavoro, tutti assegnati senza alcun bando pubblico e quasi tutti occupati da parenti o amici dei politici locali, se non dagli stessi’.

Oggi quei nostri quesiti sembrano ricevere una prima risposta. Ci auguriamo che le autorità continuino nel loro lavoro e chiariscano fino in fondo il legame tra il potere politico locale e il business del Centro di Mineo.

Da parte nostra, continueremo a compiere ispezioni e denunce auspicando che dal Governo giunga una collaborazione che al momento latita. La nostra interrogazione presentata a marzo è, infatti, ancora senza risposta”.