Immigrazione: M5S, governo responsabile se Italia dimenticata da Ue

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Il deputato pugliese Giuseppe Brescia membro della commissione d’inchiesta sui CIE e CARA ha depositato una interrogazione al ministro degli Interni: i mezzi navali degli stati membri contribuiscono a salvare i migranti ma poi non mostrano solidarietà sui ricollocamenti.
Sulle coste italiane continuano a sbarcare migranti solo nel periodo gennaio-giugno 2015 si stima siano sbarcati sulle coste italiane circa 67.500 migranti, un fenomeno che non può più interessare solo l’Italia ma di cui si deve occupare l’Europa intera, spiega Brescia.
Sul nuovo piano per i migranti comunicato dal neo prefetto di Bari Carmela Pagano, Brescia ricorda che il prefetto sbaglia a parlare di CAS: “Comprendiamo anche che le sue dichiarazioni potrebbero derivare da un’assurda pressione subita direttamente dal ministro degli interni Alfano, sempre più inadeguato a svolgere un ruolo così delicato. La direzione da prendere è un’altra: bisogna andare sempre più verso un’accoglienza improntata sul modello SPRAR, l’unico che ha prodotto risultati di qualità”.
Ed è proprio diretta al ministro Alfano una interrogazione che il deputato pugliese ha depositato in questi giorni per sollevare la problematica del coordinamento con gli altri Stati membri dell’UE, che attualmente starebbero dando il loro aiuto solo nelle fasi di recupero dei migranti che però puntualmente rilascerebbero sul territorio italiano senza partecipare alle operazioni di gestione dei flussi e di ricollocamento.
Al fine di potenziare gli interventi di ricerca e salvataggio dei migranti in mare, sono stati aumentati i fondi di finanziamento delle missioni europee “Triton” e “Poseidon”, operative nel mar Mediterraneo. – si legge nell’interrogazione di Brescia – i mezzi navali messi a disposizione da diversi Paesi membri dell’Unione europea sono operativi e, se pure non riescono a evitare del tutto incidenti e la perdita di altre vite in mare, di certo contribuiscono a salvare migranti ma anche a favorire un incremento degli arrivi; tuttavia gli stessi Stati membri che hanno offerto mezzi logistici per le operazioni nel Mediterraneo non mostrano solidarietà nella gestione globale del fenomeno non supportando, ad esempio, la questione dei ricollocamenti.
Vorremmo pertanto sapere da Alfano quali iniziative il Governo stia adottando, di concerto con gli altri Stati membri, per accelerare i lavori avviati dall’Agenda europea sulle migrazioni ed in particolar modo per la gestione dei flussi e dei ricollocamenti.
Il Consiglio dei ministri ha, inoltre, recentemente approvato la partecipazione italiana alla missione EuNavfor Med che però, in attesa di parere positivo da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, attiverà solo la prima delle fasi previste ovvero quella di indagine e monitoraggio sulle reti che favoriscono l’immigrazione irregolare.
L’Unione europea preferisce imbarcarsi in una missione militare costosa e dagli sviluppi incerti quale EuNavfor Med, piuttosto che aprire dei canali umanitari che consentano ai richiedenti asilo di raggiungere l’Europa in modo legale e sicuro; altri Stati adottano misure autonome e di dubbia legittimità per il contrasto all’immigrazione, come l’Ungheria, il cui Parlamento ha di recente approvato una legge per l’istituzione di un muro di separazione al confine con la Serbia.
Anche in questo caso chiediamo di sapere quali iniziative il Governo stia adottando per ripensare profondamente il sistema di accoglienza italiano che ad avviso dell’interrogante non risulta in grado di far fronte in maniera efficace ed efficiente alla situazione attuale. A nostro parere è necessario andare in Europa a ritrattare immediatamente il trattato di Dublino.
C’è bisogno di creare le quote affinchè tutta l’Europa possa occuparsi con interventi strutturali di questo fenomeno che non è nato oggi ma è un fenomeno storico. L’Italia è il terzo contribuente d’Europa, il Governo inizi a farsi seriamente ascoltare anche a Bruxelles.