Proposte a 5 stelle per una nuova Rai

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Approda alla Camera la riforma della governance Rai dopo il via libera del Senato a fine luglio ed il rinnovo del consiglio di amministrazione con la legge Gasparri. Attualmente la nuova Rai è come la vecchia lottizzata, i partiti si sono spartiti i posti nel cda piazzando i loro addetti stampa o assistenti. Il loro obiettivo è solo di occupare la televisione pubblica al di là dei proclami sbandierati, quindi una proposta come quella del M5S che mirava a liberare definitivamente la Rai dai partiti non è stata presa in considerazione. Verrà però ripresentata alla Camera. Cerchiamo di riepilogare i punti principali.

Innanzi tutto definire dei requisiti positivi per scegliere i consiglieri di amministrazione che devono avere competenze specifiche, ma anche quelli negativi, ovvero impedire a chi è stato parlamentare negli ultimi sette anni di fare il consigliere. Non basta agire sulle caratteristiche della governance: è giusto ci sia un amministratore delegato, ma deve essere scelto all’interno del cda e non dal presidente del Consiglio.

Oltre ai principi della proposta di legge 5stelle, dai deputati arrivano altre proposte tradotte in emendamenti al disegno di legge governativo approdato in commissione Trasporti e Cultura in questi giorni. La lente va anzitutto sugli appalti, che la Rai – secondo il Pd – può affidare nella più totale opacità, in deroga a tutti i principi e alle regole vigenti. Quello che invece chiediamo sono misure più stringenti che garantiscano trasparenza e affidamenti “puliti”.

Un’altra proposta è per fare in modo che il servizio pubblico abbia l’obbligo di trasmettere programmi in lingua originale almeno una volta a settimana. Presentato anche un emendamento per impedire alla Rai di farsi gioco del tetto degli stipendi ai manager che deve restare a 240mila euro senza permettere escamotage.

Sullo sfondo c’è un tema fondamentale: la riforma dell’Agcom,ovvero di quella che dovrebbe essere l’Autorità garante per le telecomunicazioni. L’ente che dovrebbe far rispettare le regole ma è come un groviera pieno di topi, di politici che fanno gli interessi propri e proteggono portatori di interessi. Anche perché l’Italia continua a non avere una legge sul conflitto d’interessi.