Per il codice antimafia non si ha diritto di parola
“Non si può e non si deve parlare delle modifiche al Codice Antimafia presentate dal PD che cambiano circa cinquanta articoli riguardanti la disciplina dei beni sequestrati e confiscati alla mafia. La nuova legge arriva in aula lunedì 9 novembre e al Movimento Cinque Stelle sono concessi 60 minuti per discutere 51 articoli, a mala pena un minuto per articolo. L’opposizione non ha diritto di parola su un tema di estrema delicatezza e importanza, basti pensare agli ultimi scandali che hanno coinvolto il Tribunale delle misure di prevenzione di Palermo. Le norme le fanno loro, i tempi li decidono loro cancellando il dibattito parlamentare, quello che dovrebbe essere alla base di ogni nuova legge in una repubblica democratica e questo lo dice la Costituzione, non il M5S. Il fatto che il Governo neghi questa possibilità con l’ennesimo atto di imperio è a dir poco preoccupante”.
I membri M5S delle commissioni Giustizia e Antimafia pongono un forte allarme per il contingentamento imposto: “Il Parlamento non è più l’organo legislativo, fa tutto il Governo che va avanti senza che nessuno possa mettere bocca persino su temi di questa rilevanza. Fare una legge sui beni sequestrati e confiscati alle mafie dando un minuto per articolo è un atto grave di cui i cittadini devono essere messi al corrente. Per non parlare degli emendamenti, fare delle modifiche al testo è stato reso pressoché impossibile. Qualcuno sta preparando regali alle mafie con tutta questa fretta?“.