Libri: la “legge Levi” genera concorrenza sleale e tartassa le piccole imprese

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ROMA, 12 novembre 2015 – “La cosiddetta legge Levi non solo rischia di creare concorrenza sleale, se applicata solo alle librerie e non ai rivenditori di libri online, ma anche di sfavorire le piccole imprese rispetto alla grande distribuzione. Per questa ragione chiediamo quali iniziative il Governo intenda assumere per far in modo che la legge n. 128 del 27 luglio 2011 venga rispettata da parte di tutti e se l’Esecutivo non ritenga insufficiente il controllo sul rispetto della legge da parte di vigili urbani o agenti di polizia municipale, dal momento che il mercato dei libri è molto sviluppato anche e soprattutto online”.

Lo affermano i deputati del MoVimento 5 Stelle firmatari dell’interrogazione a prima firma Emanuele Scagliusi, rivolta al Miur, al Mibact e al Mise.

“La legge Levi, stabilendo un tetto massimo del 15% sullo sconto che i venditori di libri possono applicare sul prezzo di copertina dei libri sta creando, indirettamente, un sistema di concorrenza sleale nel momento in cui questa norma viene sostanzialmente applicata solo nei confronti delle librerie – ma la grande distribuzione riesce ad offrire anche sconti superiori rispetto a quel 15%, aggirando i limiti fissati – e non ai rivenditori di libri online.

Il settore già versa in una situazione critica a causa della contrazione del mercato che sta avvenendo negli ultimi anni, un fatto confermato anche dal SIL – Sindacato Italiano Librai e Cartolibrai -: in base ai dati sul 2014 ogni giorno in Italia chiudono cinque piccole librerie. Non bastasse, un’altra tegola è rappresentata dall’inefficacia dei controlli da parte degli organi preposti. Secondo quanto previsto dalla legge, la regolamentazione delle sanzioni è demandata ai comuni, i quali la esercitano attraverso vigili urbani o agenti di polizia municipale. Tale personale non è però quello idoneo per effettuare controlli anche sul mercato on line. Per questo nell’interrogazione chiediamo al Miur e al Mise se intendano adottare nuovi e più efficaci strumenti per la vigilanza”.